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Estate: nella tabella di marcia, anche non fare nulla
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Estate: nella tabella di marcia, anche non fare nulla

Il mio ultimo post, dal titolo provocatorio “Scuole finite: panico tra i genitori!”, ha suscitato un dibattito molto acceso che mi ha colto alla sprovvista

Il mio ultimo post, dal titolo provocatorio “Scuole finite: panico tra i genitori!”, ha suscitato un dibattito molto acceso che mi ha colto alla sprovvista.

Non pensavo di scoperchiare il classico vaso di pandora, ma di scrivere ciò che è la triste, ma incontrovertibile, realtà per la maggior parte dei genitori. Soprattutto per quelli che non hanno ancora figli autonomi. Perché è un dato di fatto, a meno che non si sia così facoltosi da non dover lavorare per vivere, che passare quasi tre mesi a guardare i figli rimasti a casa da scuola sia un lusso riservato a pochi.

Pochi che io conosca, è chiaro. Pochi fortunati che, non lavorando (potremmo poi discutere se sia una fortuna non lavorare, cosa che non credo proprio), hanno modo di svegliare i bambini alle ore beate, dar loro la colazione, portarli al parco, assisterli nei compiti, preparare il pranzo, la merenda e la cena (cambiando il menu ogni giorno), accompagnarli dai giochi gonfiabili, in piscina, a casa degli amichetti (che hanno a loro volta almeno un genitore altrettanto fortunato) e via così fino a metà settembre.

Credo che nessun genitore sia contento di dover lasciare i figli a qualcuno che surroghi la sua assenza: i centri estivi fanno un ottimo lavoro e sono una mano santa per chi non ha alcun aiuto da parte dei nonni, veri e propri salvatori della patria. E’ però vero che mandare i bambini ai centri estivi, costa, quindi si lavora per pagare – anche – chi si prende cura dei nostri bambini. Servizio chiama, lavoro risponde (e finanzia).

Il “panico” tanto contestato, che ho usato con un eccesso di ironia, rappresenta però il sentimento che molti genitori hanno quando arriva l’estate: un periodo dove rilassarsi è l’ultimo dei problemi.

Però una domanda resta: cosa pensano i bambini di questo loro trottare per buona parte delle vacanze, da un corso all’altro, da un camping ad un’escursione, da una gara di beach volley ad una sfida ai fornelli per dimostrare di essere i più bravi? Gareggiare, osservare regole, rispettare orari… fare seguendo una ragida tabella di marcia. Allora mi chiedo: quando avranno tempo di non fare nulla?

A rimarcare l’importanza per i bambini di avere ore libere nella loro agenda, soprattutto durante l’estate, è anche il Moige (Movimento Italiano Genitori) attraverso le indicazioni della pedagogista Elisabetta Scala, che potete leggere qui.

Un decalogo molto utile, nel quale si legge, al primo punto:

“Non bandite la noia! Le giornate dei ragazzi non devono sempre essere organizzate minuto per minuto con le più svariate attività: lasciate ai vostri figli dei momenti in cui siano liberi di scegliere cosa fare. La noia non è sempre negativa ed è una sensazione che i ragazzi devono provare di tanto in tanto”.

Quindi sì ai centri estivi, che tanto aiutano i genitori disperati, ma non dimenticate di organizzare per i vostri figli anche un bel nulla da fare, con annessi e connessi… (magari insieme a voi).

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