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Google mappa il Made in Italy: 102 eccellenze ma Asti e il vino non ci sono
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Google mappa il Made in Italy: 102 eccellenze ma Asti e il vino non ci sono

C’è la robiola di Roccaverano, la nocciola Piemonte, l’oreficeria di Valenza, il tessile biellese, il legno di Cuneo, il formaggio Castelmagno e pure la fisarmonica di Vercelli. Ma del vino di

C’è la robiola di Roccaverano, la nocciola Piemonte, l’oreficeria di Valenza, il tessile biellese, il legno di Cuneo, il formaggio Castelmagno e pure la fisarmonica di Vercelli. Ma del vino di Asti nessuna traccia. Sul portale che Google ha appena aperto, tutto dedicato al “Made in Italy”, tra le 102 eccellenze italiane, il vino proprio non rileva.

Andiamo per ordine. Leggo su www.google.it/madeinitaly : “Scopri i tesori nascosti, le passioni e le tradizioni del Made in Italy. Lasciati stupire dalle informazioni più curiose relative ai tipici prodotti italiani. Esplora la mappa per iniziare il viaggio”. Parto col mio viaggio sulla mappa. Faccio zoom sul Piemonte e mi aspetto di veder spuntare Asti e un grappolino, una bottiglia,… . Niente, deserto. Di puntini blu, di eccellenze, sulla mappa regionale ce ne sono diversi ma nessuno ci riguarda.

Faccio allora una ricerca libera col termine “vino”. Come risultato ho tre foto e tre titoli: “Taleggio e vino”, “stand del vino” e “salamino e vino”, senza altri dettagli. Ci si potrebbe ridere sopra o constatare che il problema sia non solo astigiano. Che il Chianti, l'eccellenza, sia olio e non vino.

Sul sito ci sono le sezioni cibo, artigianato e imprese. C'è anche un video che recita "aiutare gli artigiani e fornire strumenti per avere successo nell’era digitale". Sono immagini e musica, una suggestione per lo più, e solo qui mi par di riconoscere un produttore nostrano, Ignazio Giovine, titolare dell'Armangia di Canelli.

Ma il problema resta. Una delle due porte di accesso mondiali (insieme a Facebook) da cui muovono le ricerche e le navigazioni delle persone prepara una vetrina del made in Italy ma come astigiani non ci siamo e nemmeno c'è il settore a cui – oggi più di ieri – affidiamo un pezzo della nostra identità, della riconoscibilità verso l'esterno e parte delle nostre prospettive di sviluppo, economico e turistico.

E’ uno scivolone di Google? O c’è di più? Nell’attesa di capirci qualcosa si legge con inquietudine che il sito nasce in collaborazione con il Ministero delle Politiche agricole e con Unioncamere. Lo stesso Google e Unioncamere avevano presentato proprio a Canelli, lo scorso luglio, tra 20 "distretti italiani sul web", un distretto del Cibo e del Vino di Canelli e Santo Stefano. Ci hanno ripensato o è un distretto che non crea eccellenza?

@stefanolabate
s.labate@lanuovaprovincia.it

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