Il vino è sempre più social. Condiviso, fotografato, letto, studiato, spiegato e soprattutto comprato su Internet. Ci si aspetterebbe quindi, non dico un attacco alla rete ma almeno una presenza
Il vino è sempre più social. Condiviso, fotografato, letto, studiato, spiegato e soprattutto comprato su Internet. Ci si aspetterebbe quindi, non dico un attacco alla rete ma almeno una presenza stabile e diffusa dei principali Consorzi di tutela sulla rete. In questi giorni di Vinitaly e di molto altro, nel settore c'è chi ha pensato bene di analizzare come si posizionano proprio i Consorzi nel mercato globale social.
Così è nata la classifica di SocialMeterWine che tra le altre cose analizza la dinamica sui social media. Con tanto di dati del numero di fan e delle percentuali di crescita dei contatti. Nessuno dei piemontesi però tra i primi della classe che vedeva nei giorni scorsi il Soave, il Prosecco e il Morellino di Scansano farla da padroni. Niente Asti o Barolo o Brachetto nella top ten. Piccole cose si potrebbe pensare, ma in un mercato on line e mobile che corre con balzi da canguro sembra che, come al solito, i piemontesi facciano invece il passo del gambero. Come se il posizionamento sui social fosse una cosa poco importante o addirittura peggio: una inutile e inconfessata perdita di tempo.
Tra i primi a diffondere i dati Maurizio Gily. «Come al solito noi Piemontesi ci mettiamo un po' – spiega sul suo profilo – capiremo meglio quando ci renderemo conto che alla fine posizionarsi bene significa anche fare più soldi. Adesso però siamo indietro. Certo ci sono i Gianluca Morino e gli sforzi del Nizza ma solo una rondine non fa ancora primavera».