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La flavescenza dorata,la chimica, l'acquae la tecnologia nella vigna
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La flavescenza dorata,
la chimica, l'acqua
e la tecnologia nella vigna

Nel week-end primaverile che non t'aspetti un giro per vigne dormienti e apparentemente pacificate riporta improvvisamente alla mente il pensiero di uno dei peggiori nemici per queste piante (e di

Nel week-end primaverile che non t'aspetti un giro per vigne dormienti e apparentemente pacificate riporta improvvisamente alla mente il pensiero di uno dei peggiori nemici per queste piante (e di un pezzo significativo dell'economia astigiana) con il monito rilanciato pochi giorni fa dal dirigente dell’Area Agricoltura della Provincia, Paolo Guerci: se non si troveranno efficaci rimedi alla diffusione della flavescenza dorata in molte zone la nostra viticoltura potrebbe subire riduzioni drammatiche. Per questo si stanno testando alcune sperimentazioni, come la bio stimolazione delle piante (vedi articolo).

Il lettore di questo blog potrebbe a questo punto chiedersi: cosa c'entra adesso la vigna?

Internet e le nuove tecnologie stanno già oggi migliorando la vita e il lavoro in ambiti apparentemente lontani, proprio come la viticoltura e l'agricoltura.
Produrre in modo più efficiente e controllato per portare sulla tavola cibo e vino migliori può diventare allora un affare di reti e sensori, con dati che aiutano chi produce e chi consuma. Su questi temi esiste una comunità internazionale che si scambia abitualmente informazioni. E chi segna il proprio vantaggio competitivo: potremmo spiegare l'Olanda come maggior esportatore di pomodori se non grazie a serre super tecnologiche?

Archiviando ogni riserva sulle potenzialità della risposta tecnologica con un link al CSP (il consorzio piemontese che lavora a ricerca, sviluppo, sperimentazione e trasferimento di tecnologie avanzate informatiche e telematiche ad amministrazioni, imprese e territori) torniamo alle nostre possibili domande.
Come si fa a sapere a che punto è la maturazione uva? Come conoscere quando la pianta è carente di acqua? O il momento giusto di intervenire con un trattamento contro lo sviluppo della malattia?

Monitorare le condizioni ambientali nei vigneti per prevedere l’emergere delle condizioni per lo sviluppo delle malattie e poter ricorrere ai veri trattamenti chimici solo quando è strettamente necessario è per esempio l’obiettivo che ha animato il progetto “Vini veri” (guarda il video) voluto già un paio di anni fa da Regione e associazione omonima con l'aiuto del CSP.

Vediamo come funziona “Vini veri”, lo spiega Stefania Bormida (CSP). In ogni vigneto ci sono stazioni che raccolgono i parametri ambientali: temperatura ambientale, temperatura terreno, pluviometro, umidità, pressione. La sperimentazione è stata fatta su tre campi. Uno gestito dalla Scuola enologica di Alba e due delle proprietà Cappellano (produttori di Barolo) nei pressi di Alba a Novello e a Serralunga. I dati rilevati dalla stazione vengono mandati a Torino con collegamenti wireless, installati dal CSP, che collegano appunto Torino alle Langhe. Il progetto "Vini veri" è cofinanziato da Regione, Fondazione Cr Cuneo e associazione "Vini veri" con a capofila l’istituito Superiore di Stato Umberto I di Alba. I partner sono università di Torino, incubatore d’impresa, A 13 acceleratore di idee e imprese innovative, 3a greeen Planet, Hota srl spin off dell’università Sacro Cuore di Piacenza.

Non è tutto. Federico Spanna (servizio informativo agrometereologico Regione Piemonte) testimonia l'esistenza di stazioni che danno informazioni sulla peronospora della vite, sulle malattie di peschi e meli e, in Francia, sul momento in cui il fungo o l’insetto si sta sviluppando, guidando i trattamenti.

C’è anche l’esperienza di Alberto Cugnetto che ricorda che l'agricoltura consuma il 75% dell'acqua e impatta molto in momenti di carenza idrica che compromettono i raccolti. Per questo ci sono impianti a goccia e irrigazioni notturne per risparmiarne l'impiego. In viticoltura, spiega il consulente vitivinicolo presso LVIA, si può monitorare con foto da satellite la maturazione del vigneto e possiamo modificare la dose di concime da usare in funzione della risposta del sensore.

Ma quali sono i costi per accedere a queste tecnologie? In Piemonte la dimensione piccola delle aziende (quanto a competenze e di risorse da investire) è di fatto un ostacolo all’utilizzo di queste soluzioni che si possono realizzare solo attraverso organismi tecnici.
Anche per questo esiste ancora poca diffusione. Così in campagna e in collina – dove l'approccio è talora scettico: cos'è sta roba? funziona davvero? – le applicazioni durano poco, salgono i costi e l'agricoltura si ferma.

Nei mesi scorsi un incontro "L'agricoltura di precisione" che si è tenuto al Jazz Club di Torino nel corso dell'ultimo Social Media Week (vedi la scheda) – ha concluso che già oggi esistono sistemi di monitoraggio con sensori sul campo e sensori remoti che possono aiutare produttori, cantine e consorzi a prendere decisioni, risparmiare e migliorare il prodotto e l'ambiente. Si tratta di soluzioni che richiedono investimenti strutturali che le piccole imprese piemontesi, e astigiane, singolarmente considerate non possono permettersi, se non in rarissimi casi, ma che la rilevante posta in gioco per un intero settore potrebbe mettere al centro dell'azione di soggetti pubblici e organismi tecnici del territorio.

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