La vita, per gli animali, è un’eterna Treblinka, una continua guerra. Scriveva così il saggista Charles Patterson
La vita, per gli animali, è un’eterna Treblinka, una continua guerra.
Scriveva così il saggista Charles Patterson, cercando negli occhi dei lettori uno sguardo diverso, che sapesse restituire al Creato la dignità che merita.
Dignità inesistente soprattutto durante il primo conflitto mondiale, quando accanto agli uomini ha combattuto un esercito di animali, compagni di trincea, bestie tra le bestie.
Il rapporto delicato e profondo instauratosi con i soldati è quello di cui parla ‘Soldato mulo va alla guerra’, la nuova narrazione del Teatro degli Acerbi, realizzata in collaborazione con l’ISRAT e l’Archivio della Teatralità Popolare, nel centenario della Prima Guerra Mondiale.
“La pièce – ci spiega Patrizia Camatel, autrice e ideatrice del progetto – prende spunto dalla volontà mia e di Massimo Barbero, che interpreterà il monologo, di raccontare la Grande Guerra da un altro punto di vista, quello dei nostri amici a quattro zampe, sacrificati in nome dell’obbedienza al padrone.
Per farlo, ho preso spunto dal libro ‘Il bravo soldato mulo’ di Fabi e dal pensiero del teologo Paolo De Benedetti, oltre che da film, documentari, diari di soldati, lettere dal fronte…”.
Al resto hanno pensato la sua perizia e sensibilità, che hanno fatto sì che il risultato fosse una celebrazione della bellezza, resa unica dai frammenti di vita vera cuciti dentro.
Le testimonianze sono quelle degli avi di Barbero stesso, tanti dei quali hanno combattuto nelle trincee del Carso, lontano da famiglie e speranze.
Tra questi, Giuseppe Zabert, nato nel 1897 a Valfenera, un soldato semplice, che, tra le armi e il freddo, ha perso la vita e l’identità.
La sua esistenza, dai contorni ormai sfocati, viene rievocata per diventare una storia di storie a cui si legano aneddoti e testimonianze di altri familiari chiamati alle armi.
“Sono contento che ci siano schegge delle mie radici, qualcosa di intimo e vero – racconta l’attore – Per me questa è la continuazione di un percorso già iniziato con ‘Pinin e le masche’, il mio lavoro precedente in cui mi concentravo sul rapporto uomo-natura”.
Lo spettacolo verrà presentato il prossimo fine settimana, in forma di studio, per una prima presentazione del testo completo, in attesa del debutto che avverrà nell’inverno.
Sabato 23, nell’ambito della rassegna Cuntè Munfrà, andrà in scena alle 21 a Casorzo presso il Parco della Rimembranza o, in caso di maltempo, nella Chiesa di S. Giorgio.
In replica, domenica 24 alle 18 presso la Cascina del Racconto di Asti.
Entrambi gli appuntamenti sono a ingresso gratuito.
Per info: 3392532921
Irene Conte, 17 anni