Alla nascita l’essere umano si trova con una macchina cerebrale già pronta per entrare in funzione
Alla nascita l’essere umano si trova con una macchina cerebrale già pronta per entrare in funzione.
Diciamo che i neuroni sono pronti, ma mancano gran parte dei collegamenti: le sinapsi, che si formeranno e continueranno ad aumentare fino alla pubertà (periodo dei cambiamenti fisici che va dagli 11-12 anni sino ai 18-20 anni). Il neonato è quindi un essere vivente ricco perché possiede 100 miliardi di neuroni che formano una ragnatela intricatissima.
Il cervello, per crescere e svilupparsi, deve essere “nutrito”; esso infatti, sin dai primi giorni di vita, ha bisogno di molti stimoli; al contrario invece, se non viene alimentato con nuove conoscenze ed esperienze, molti dei suoi neuroni e collegamenti inizieranno rapidamente a “spegnersi” e la crescita dell’intelligenza rallenterà.
Se noi potessimo distendere la corteccia cerebrale, così come si può fare con una coperta arricciata, otterremmo la forma di un tovagliolo che misura 50 x 40 cm. Ma la cosa sorprendente è il suo spessore, solo tre millimetri dove ci sono le capacità di pensare, parlare, immaginare, associare, progettare, creare e tante altre. Queste funzioni svolgono un lavoro specializzato all’interno di particolari aree che collaborano e si coordinano quotidianamente. C’è una cosa che hanno in comune: la memoria dove i dati vengono immagazzinati, conservati e poi rielaborati per formulare un pensiero nuovo, o per trovare la soluzione a un problema.
Plesca Paola Lory, classe IID