Cerca
Close this search box.
<img src="https://lanuovaprovincia.it/wp-content/uploads/elementor/thumbs/45-giorni-nella-foresta-in-ecuadorbrun39esperienza-per-valmanera-56e692fbd02f91-nkii8behoxtr0cmcgbs424clid39tytuyy7ulab1jc.jpg" title="45 giorni nella foresta in Ecuador
Un'esperienza per Valmanera" alt="45 giorni nella foresta in EcuadorUn'esperienza per Valmanera" loading="lazy" />
Attualità

45 giorni nella foresta in Ecuador
Un'esperienza per Valmanera

Laureando in Biologia dell’Ambiente a Torino, il 26enne astigiano Oscar Maioglio ha trascorso quasi due mesi in Ecuador. Dopo una ricerca nella foresta di Otonga, è tornato in Italia e ora metterà

Laureando in Biologia dell’Ambiente a Torino, il 26enne astigiano Oscar Maioglio ha trascorso quasi due mesi in Ecuador. Dopo una ricerca nella foresta di Otonga, è tornato in Italia e ora metterà a frutto quanto imparato in Sud America per la gestione dell’Oasi WWF di Valmanera.
Qual era l’obiettivo della tua ricerca in Ecuador?
L’obiettivo era semplice: raccogliere il maggior numero di dati utili a determinare la biodiversità della zona. Per farlo studierò anche gli esemplari di invertebrati trovati sul campo, in particolare i coleotteri che vivono nella lettiera della foreste, importanti indicatori biologici dello stato di conservazione di un habitat.

Su cosa ti sei concentrato?
Sull’organizzazione e la tempistica delle cose da fare: in soli 45 giorni, ho dovuto ambientarmi in un mondo per me completamente nuovo, muovendomi tra località distanti dai grandi centri abitati. Inoltre ho dovuto costruirmi alcuni strumenti in loco, reperendo le varie parti in giro per l’Ecuador.
Hai vissuto quasi due mesi nella natura più selvaggia. Puoi descrivere l’emozione che provavi nella foresta?
Le emozioni più forti si provano quando ci si trova da soli, magari  la sera o all’alba, nel cuore della foresta nebulosa di Otonga, a quasi 2000 metri di altitudine sotto la chioma di enormi alberi alti più di 30 metri. Ci si sente esseri viventi piccoli, neanche troppo adatti a vivere in simili condizioni. I rischi ci sono: il puma, serpenti velenosi e il pericolo di caduta alberi, ma basta farsi accompagnare con una guida esperta del luogo.

Hai incontrato anche Padre Onore, astigiano che vive lì da molti anni.
E’ un personaggio formidabile: frate marianista, scienziato, benefattore. Mi ha accolto nella sua missione di Quito, sede della Fundacion Otonga. Abbiamo esplorato due riserve naturali create in decenni di instancabili sacrifici fatti da lui e dai suoi aiutanti. Cesar Tapia, la moglie e i loro 9 figli erano inizialmente contadini, ma collaborando per anni con Onore ora sono a tutti gli effetti scienziati, ricercatori e soprattutto grandissimi lavoratori.

Pensi sia stata un’esperienza utile e in qualche modo applicabile al nostro contesto naturale?
Per alcuni Ecuadoriani, la biodiversità è considerata come il nuovo oro, una ricchezza che porta turisti e studiosi da tutto il mondo e che rischia di scomparirgli da sotto gli occhi se non si prendono le adeguate misure di conservazione. Sarebbe bello importare nel nostro contesto un poco del loro spirito, imparando a conoscere, conservare e rispettare i luoghi dove la biodiversità non è ancora stata deturpata: messaggio che penso potrebbe essere insegnato dalla Scuola di Biodiversità Villa Paolina.

e.p.r.

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link

Scopri inoltre:

Edizione digitale