Iniziano a delinearsi i progetti che saranno cofinanziati, almeno in parte, da Agenda Urbana, questo il nome del nuovo PISU. “Vino e Cultura” è il grande contenitore che spera di attirare ad Asti circa sette milioni
Iniziano a delinearsi i progetti che saranno cofinanziati, almeno in parte, da Agenda Urbana, questo il nome del nuovo PISU. “Vino e Cultura” è il grande contenitore che spera di attirare ad Asti circa sette milioni di euro erogati dall’Unione Europea tramite la Regione. I lavori avverranno tra il 2017 e il 2019, dopo le elezioni amministrative di maggio, ma dovranno essere instradati molto prima ed è per questo che, lunedì, si è svolta una seduta congiunta delle commissioni urbanistica, turismo e cultura per analizzare le proposte sul tavolo.
Alcune idee sono ormai ben definite, altre sono allo stadio embrionale ma, per quanto riguarda il futuro dell’Enofila, ballano un paio di ipotesi che non sono conciliabili tra loro, come spostarci la scuola Castigliano, allestire il polo cinematografico in collaborazione con Film Commission Piemonte e predisporre un piccolo museo dedicato al regista astigiano Pastrone. Ma andiamo con ordine.
Palazzo del Vino nella zona museale ed enoteca
E’ deciso: Asti avrà un palazzo che conterrà un museo sperimentale destinato ad illustrare la storia, il presente e il futuro del vino e delle professionalità legate a questo settore. Asti è già di per sé un brand noto in tutto il mondo per i suoi vini, ma in città sono pochissimi i luoghi dove poter conoscere questo prodotto, degustarlo e acquistare le migliori etichette del territorio. Sede di questo museo sarà Palazzo Ottolenghi, già dedicato in parte al museo del Risorgimento, con annesso rifugio antiaereo, le cui sale nobili sono tornate da poco al loro antico splendore tanto da essere definite la piccola Versailles astigiana. L’amministrazione intende anche realizzare, sempre a Palazzo Ottolenghi, un coworking specializzato nel settore vinicolo e agroalimentare finanziato da un bando Anci. Discorso a parte per quanto riguarda l’Enoteca che dovrebbe essere collocata nello stesso immobile, ma poiché i tempi di realizzazione saranno medio lunghi, l’amministrazione intende portarsi avanti allestendola, in forma sperimentale, nei locali dell’ex biblioteca già ristrutturati dal PISU. Proprio qui, a settembre, sarà allestita una parte della Douja d’Or con il ritorno della manifestazione in centro.
Arca della musica
Quando l’Enoteca sperimentale lascerà l’ex biblioteca, trovando spazio a Palazzo Ottolenghi, i locali ristrutturati dal PISU accoglieranno “L’arca della musica”, «un centro di raccolta e ascolto di decine di migliaia di dischi e centinaia di memorabilia delle star della musica contemporanea – spiegano dal Comune – Il materiale arriverà da collezioni private (tra cui quella dell’assessore alla cultura Massimo Cotto ndr) che saranno messe gratuitamente a disposizione della città».
La biblioteca del vino
Sotto il Palazzo del Collegio, sede della biblioteca Faletti, c’è l’ipotesi di aprire una sezione speciale, tutta dedicata a volumi sul vino, tesi di laurea in materia e sull’enologia. L’idea è stata proposta dalla biblioteca, ma potrà essere realizzata solo dopo la ristrutturazione di quella parte dei locali interrati che si affacciano su via Carducci.
Il dilemma dell’Enofila
Tra tutti i grandi contenitori toccati da Agenda Urbana l’Enofila sembra essere quello più complesso da far vivere, togliendolo una volta per tutte dall’attuale stato di “stand by” nel quale si trova. Il polo cinematografico in collaborazione con Piemonte Film Commission è ciò che potrebbe sfruttare meglio gli spazi, sviluppando ad Asti una piattaforma di futuri investimenti da parte di produzioni cinematografiche e televisive con ricaduta su diversi settori dell’artigianato locale. Ma, nella discussione generale, è entrata la proposta di spostare l’Istituto Castigliano dall’attuale sede in altra struttura, una delle quali potrebbe essere proprio l’Enofila. Solo ipotesi, nulla di più, ma la scuola e il polo cinematografico sarebbero difficilmente compatibili nello stesso immobile, senza contare la proposta, giunta solo di recente, di creare anche un piccolo museo con cimeli del regista Pastrone, anch’esso indicativamente ospitato dall’Enofila. Sarà quindi necessario un nuovo passaggio nella commissione consiliare allargata per approfondire il discorso, tenuto conto che il Castigliano è di competenza della Provincia la quale, ad oggi, ha seri problemi nel far quadrare il bilancio e difficilmente potrebbe sostenere con le sue forze il trasloco di un’intera scuola.
Un nuovo grande parcheggio
Asti avrà un nuovo grande parcheggio in centro, o lì vicino. Dove? Nessuno può dirlo con certezza. E’ vero che l’ipotesi del buco in piazza Alfieri non è mal vista dall’attuale amministrazione e che permetterebbe di togliere le auto dalla piazza trasformandola in pedonale e approdo per pullman turistici, ma in commissione si è discusso anche dell’ipotesi piazza del Palio e dell’ex Caserma Felizzano. Brignolo ha precisato che sarà il prossimo sindaco a decidere dove costruirlo, ma già si sa che l’Asp ha espresso la propria disponibilità a cofinanziare il progetto definitivo.
Si allargano i musei esistenti
Una quota del finanziamento dovrà essere utilizzata per completare il restauro della chiesa del Gesù così da ospitare l’allargamento del museo Paleontologico «che conterrà – si precisa in una nota del sindaco – non solo le balene e i delfini fossili già presenti ad Asti, ma anche altri esemplari attualmente sparsi in Piemonte». Spostandosi al museo Lapidario, l’intenzione è di allargare quest’area per ospitare non solo i reperti contenuti al museo archeologico di San Pietro, ma anche altri reperti custoditi nei depositi torinesi della soprintendenza.
Turismo su due ruote e Movicentro
I turisti in arrivo ad Asti con il treno troveranno l’esterno della stazione e il percorso che li condurrà verso il centro dotati di pannelli multimediali e immagini: in particolare c’è l’intenzione di riqualificare il sottopasso e integrare con informazioni turistiche il ponte del Movicentro. Infine è stata espressa la volontà di unire i due tronconi delle piste ciclabili già esistenti, dal Pilone alla stazione ferroviaria e da lì a piazza Amendola, fino alla pista ciclabile che collega corso Alba con il quartiere Torretta, per consentire ai turisti appassionati delle due ruote di muoversi più agevolmente per le vie della città.
I prossimi passaggi in commissione
Tra due settimane ci sarà una nuova riunione delle commissioni congiunte per dare a tutti i consiglieri l’occasione di apportare il proprio contributo alla discussione. «Il progetto – ha spiegato il sindaco – è frutto del lavoro di nove tavoli cui hanno partecipato enti e associazioni del territorio, ma è ancora suscettibile di modifiche e aggiustamenti che potranno essere proposti dai consiglieri o emergere dalle ulteriori consultazioni con la cittadinanza». Obiettivo finale è chiudere la fase istruttoria entro dicembre e ottenere i primi finanziamenti già nel 2017.
Riccardo Santagati