Sono una quindicina i castelli in vendita in Piemonte per quanto risulta dai siti on line delle agenzie immobiliari e di questi ben sei sono in provincia di Asti. E due addirittura nello stesso Comune (Montiglio Monferrato).
Un mercato sicuramente accessibile a pochi ma non per questo meno vivace e capace di portare il territorio astigiano nel bel mondo di chi può permettersi di spendere milioni di euro per una dimora storica. E questa, a suo modo, è una forma di promozione del territorio.
Molte delle agenzie immobiliari che stanno trattando le vendite dei castelli astigiani hanno sede in Toscana. E non è un caso perchè il bacino di potenziali acquirenti è la stessa con la differenza che i castelli astigiani, se ai comuni cittadini sembrano comunque a prezzi irraggiungibili, sono molto a buon mercato se paragonati a quelli toscani.
Un prezzo molto competitivo per dimore straordinarie incastonate in un paesaggio considerato altrettanto straordinario da chi viene da fuori, pronto a paragonare il Monferrato e, più in generale le colline astigiane, a quelle toscane.
Castelli che, tranne poche eccezioni, appartengono a famiglie private che li hanno scelti come loro dimora (principale o di rappresentanza) e nel corso del tempo li hanno ristrutturati e sistemati a misura di un lifestyle contemporaneo pur rispettando la storia del luogo.
Una casa solo per gli ospiti
Montiglio Monferrato di castelli in vendita ne ha ben due. Uno è quello in paese, costruito nel Trecento che nei suoi 7 mila metri quadri ricomprende 27 locali, una chiesa privata, la “casa mariana” per gli ospiti e una piscina panoramica. Le camere sono affrescate, arredate con mobili d’epoca e restaurate con preziose rifiniture. Presenta un ciclo del ‘300 di affreschi giotteschi e il suo proprietario (un architetto) pur non vivendo stabilmente nel castello, ne fa una manutenzione maniacale e lo mette a disposizione della comunità per eventi pubblici e aperture al pubblico delle dimore storiche. La richiesta è di 6 milioni e 700 mila euro.
Ci visse la sorella di D’Azeglio
Sempre a Montiglio, ma in località Rinco, c’è il secondo castello in vendita. Elegante e raffinato, con 1 milione e 350 mila euro si possono acquistare i 3 appartamenti ricavati nel corpo aulico centrale collegati tra loro da uno scalone del ‘700 ma anche da un moderno e pratico ascensore. Giardino all’italiana con labirinto, saloni affrescati e piscina in comune completano l’offerta per vivere nelle stesse camere in cui visse anche la sorella di Massimo D’Azeglio, Matilde, sposa del conte di Rinco.
Il castello che incantò Zuckerberg il fondatore di Facebook
Spostandosi a San Damiano si trova idealmente il cartello “vendesi” sul castello di Lavezzole Alto. Qui servono 5 milioni e mezzo per acquistare le 12 camere e i 10 bagni perfettamente ristrutturati e la piscina coperta cui si accede attraverso un antico passaggio. Ex convento Colline Alfieri, nel 2012 fu visitato da Marck Zuckerberg, durante il suo viaggio di nozze in Italia e la proprietà dovette smentire trattative in corso con il fondatore di Facebook. Che se fosse ancora interessato, potrebbe farsi avanti. Per aggiudicarselo bisogna sborsare 5 milioni e mezzo di euro.
In cerca di investimenti per tornare alla vecchia gloria
Da San Damiano al capoluogo, Asti per la vendita del castello di Belangero. Si trova nella frazione San Marzanotto dove, dal crinale sul quale è stato eretto da Berengario primo Re d’Italia, dominca sia la piana del Tanaro incorniciata dall’arco alpino, sia le dolci colline di Mongardino.
Il castello di Belangero presenta una torre merlata al centro del complesso, la chiesetta dell’Annunziata e una serie di affreschi importanti. Per un anno fu abitato da Camillo Benso Conte di Cavour.
Ma tanta storia non si rispecchia nelle sue condizioni odierne. Il castello di Belangero ha passato momenti di alterne fortune e negli ultimi anni è stato abbandonato. Un precedente proprietario si è tenuta la parte rurale per trasformarla in un agriturismo di charme ma sul corpo centrale non si è mai conclusa la ristrutturazione. Sono stati eseguiti degli importanti lavori di consolidamento ma allo stato attuale non è abitabile. Serve qualcuno che si innamori della sua vista straordinaria, soprattutto dalla terrazza panoramica e della sua vicinanza alla città di Asti. E’ in vendita da molti anni e, finora, non ha incontrato il favore di nessuno. Si compra per 1 milione e 750 mila euro.
Un ponte levatoio per tornare a casa
Verso sud si incontra il castello di Burio, sul territorio di Costigliole.
Chi volesse vivere nel castello delle favole, trova in quello di Burio l’esempio più giusto. Sviluppato su 1300 metri quadri conta 27 locali, 3 cucine, saloni luminosi, 2 terrazze panoramiche, una chiesetta interna, la torre (che non può mancare in un castello) e il ponte levatoio, simbolo indiscutibile di un maniero fortificato.
Acquistato da una coppia di stranieri, è stato completamente ristrutturato in tutti i diversi corpi che si sono aggiunti al nucleo originario dell’Alto Medioevo e che oggi ne rappresentano la sua peculiarità. Il prezzo di vendita è di 1 milione e 700 mila euro.
Castello e hotel con vista sulle Langhe
Molto più a sud il sesto castello in vendita nell’Astigiano: è quello di Bubbio, di grande metratura.
Ricostruito nel 1800 sulle mura del ‘200. il castello di Bubbio vanta un’impagabile vista sulle Langhe ed è composto da una parte padronale e da un hotel già allestito e attivo con 12 camere, ristorante e diversi saloni di rappresentanza. Appartenuto ai proprietari della ex Friges di Calamandrana, è stato perfettamente ristrutturato negli anni e recentemente è stato presentato in Comune un progetto di ristrutturazione per poterlo aprire al pubblico. Compreso il giardino.
La trattativa è riservata ma on line si trova una richiesta (non confermata) di 4 milioni e 100 mila euro.
Risorsa per tutto il paese
Proprio le aperture al pubblico dei castelli privati diventano un valore aggiunto per il paese in cui sono situati. Spesso, come si vede da questo elenco di quelli in vendita, si tratta di piccoli paesi, anche fuori dai circuiti turistici tradizionali, e una giusta sinergia con questi simboli storici delle nostre colline diventano una grande risorsa per tutti.