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Aceto: «Dipendesse da me,uscirei domani mattina dal Pd»
Attualità

Aceto: «Dipendesse da me,
uscirei domani mattina dal Pd»

Clemente Elis Aceto, l’unico consigliere comunale del PD apertamente “civatiano”, risponde così a chi gli chiede se seguirà Pippo Civati fuori dal Partito Democratico. «In questo momento sono ancora nel PD, ma nei prossimi giorni faremo un ragionamento complessivo. A livello locale condivido molte delle cose fatte da Brignolo, ma non sono d’accordo con le derive verticistiche che ha preso il mio partito…

«Dovessi fare come penso io, domani mattina sarei fuori dal gruppo del PD». Clemente Elis Aceto, l’unico consigliere comunale del PD apertamente “civatiano”, risponde così a chi gli chiede se seguirà Pippo Civati fuori dal Partito Democratico.

Consigliere Aceto, Civati ha rotto gli indugi. Lei che farà?
In questo momento sono ancora nel PD, ma nei prossimi giorni faremo un ragionamento complessivo. A livello locale condivido molte delle cose fatte da Brignolo, ma non sono d’accordo con le derive verticistiche che ha preso il mio partito.

Stando ad Asti, ci sono progetti del sindaco che non condivide?
Non sono d’accordo sulla localizzazione del palazzetto dello sport in piazza d’Armi, un luogo slegato dalla rete dei trasporti urbani e con una viabilità inadeguata. Non ho mai condiviso la scelta di Brignolo di entrare nel CdA della Cassa e poi c’è la questione dei Congressi locali del 2013…

In parte annullati, poi ricelebrati, dove volarono accuse di truppe cammellate e tessere last minute. Pesa quella vicenda sul suo giudizio?
Fosse stato per me sarei andato via dal PD nel 2013 dopo le modalità con cui si svolsero i Congressi locali. Sto ancora aspettando una presa di posizione ufficiale del partito, mai pervenuta, in merito a quei fatti.

In molti pensano che Brignolo vorrebbe candidarsi al Parlamento. Se si dovesse votare prima della naturale scadenza del mandato e il sindaco decidesse di lasciare in anticipo il suo ruolo, cosa direbbe da civatiano?
Ai miei occhi sarebbe una decisione molto negativa. La ventata di cambiamento cui ho aderito nel 2012 (anno delle elezioni comunali – ndr) non c’è stata perdendo un’occasione per costruire qualcosa di nuovo e di alternativo. Ci sono sempre le solite logiche di partito, sono solo cambiati gli attori. In generale penso che si dovrebbe fare una bella tabula rasa di chi ha coperto cariche istituzionali negli ultimi 3 anni per tagliare i cordoni ombelicali e i condizionamenti con i poteri forti.

Lei è uno dei giovani del PD verso cui l’elettorato del partito ha riposto molte aspettative. Come giudica il suo lavoro fino ad oggi?
La mia massima aspirazione politica era diventare un bravo consigliere comunale, ma non posso dire di esserlo del tutto perché, lavorando 8 ore al giorno, il tempo da dedicare alle pratiche è molto meno di quello necessario. Credo che bisognerebbe interrogarsi su chi in realtà possa veramente ricoprire incarichi amministrativi in maniera degna.

Pensa ad una specie di aspettativa dal lavoro per gli eletti in Consiglio comunale?
Sì, una cosa del genere.

Tornando al PD, qual è il suo giudizio sugli altri giovani che siedono in maggioranza?
A dire il vero mi aspettavo che, dopo il clima dei Congressi del 2013, mostrassero un po’ più di intraprendenza e di coraggio nell’esporsi apertamente con posizioni non proprio filogovernative. Così non è stato.

Deluso dai giovani, critico con gli anziani. Qual è la via da seguire?
Avremmo bisogno di un Consiglio comunale con persone nuove, a sinistra come a destra, perché non puoi andare avanti per anni facendo il consigliere comunale senza che si creino dei condizionamenti.

Numeri alla mano, se lei uscisse dal PD, dando l’appoggio esterno a Brignolo solo sulle pratiche che ritenesse giuste, considerato che ci sono altri due esponenti della maggioranza (vedi articolo correlato) che si dicono “indipendenti”, come vede la tenuta dell’amministrazione?
E’ ovvio che se lasciassi il PD mi sentirei libero di votare liberamente, valutando pratica per pratica. Per ora non ho ancora rinnovato la tessera del 2015 e, a questo punto, non è detto che lo faccia.

Riccardo Santagati

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