Coinvolgere il Ministero dello Sviluppo Economico per risolvere la grave crisi delle Terme di Acqui. Lo chiede Confesercenti Acqui in una lettera scritta al Prefetto di Alessandria Francesco Zito a firma Roberta Rapetti, presidente dell’associazione acquese.
“Sono veramente dispiaciuta per le famiglie dei lavoratori licenziati, ma la crisi vera è della Città di Acqui e siamo fiduciosi che il Signor Prefetto valuti la possibilità di presentare la gravissima crisi di un’intera città e del suo territorio al Ministro Giancarlo Giorgetti, per trovare soluzioni concrete ad Acqui e al suo indotto. Infatti Acqui rappresenta il Made in Italy del benessere” dice Rapetti nel suo intervento.
Che aggiunge: “La decisione del destino di una intera città è nelle mani di una proprietà che con le sue scelte aziendali sta negando il presente e il futuro ad Acqui. Questo argomento è ovviamente il tema predominante della campagna elettorale per le elezioni amministrative, ma per la scrivente associazione non può essere un argomento di propaganda, ma occorrono decisioni concrete per la sopravvivenza della città stessa – dice la presidente -. Attraverso i fondi del Pnrr è urgente, di concerto con le istituzioni nazionali, regionali e locali trovare una soluzione per far arrivare risorse e quindi ossigeno al fine di rilanciare una perla del termalismo e del Monferrato, patrimonio Unesco. Acqui Terme è la stazione turistico termale più antica ed importante del Nord Ovest, con riconoscimenti scientifici ineccepibili”.
La presidente di Confesercenti Acqui Terme non nasconde la grande preoccupazione per la “straordinaria gravità economica in cui versano i cittadini acquesi; abbiamo perso il Tribunale, poi visto smembrarsi dolorosamente l’ospedale e la catastrofe della svendita delle Terme, con un progressivo aumento dei fenomeni di usura e povertà. Questi dati obbligano a nuovi e credibili interlocuzioni istituzionali”.
La chiusura del Gran Hotel e di due degli stabilimenti termali comporta un procedimento di licenziamento collettivo per i 25 dipendenti, ma la perdita non riguarda solo i lavoratori diretti, colpisce tutto l’indotto ed è una scure che allunga la sua ombra su tutta la città, perché “quell’albergo è il simbolo di Acqui Terme. Contro la chiusura delle terme la città di Acqui è scesa in piazza. Dopo la notizia del licenziamento dei 25 dipendenti del Grand Hotel delle Terme di Acqui e della chiusura, almeno per quest’anno, dello stabilimento termale, hanno risposto in tanti all’appello di Filcams, Fisascat e Uiltucs che hanno indetto un’assemblea pubblica in piazza Italia.