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Attualità
Il progetto

Ad Asti si coltivano gli orti “del mondo”

Gli appezzamenti di terreno, voluti da Comune e Rotary, sono un utile strumento di aiuto per le famiglie in difficoltà, ma anche di integrazione e cultura

L’orto del vicino è sempre più verde, ma questo non capita con gli orti sociali che il Comune, l’Asp e il Rotary hanno creato, nel quartiere Praia, fin dal 2016. Tutti gli appezzamenti di terreno, grandi 70 mq, sono infatti uguali, dotati di un rubinetto per l’irrigazione, sono recintati e hanno un armadietto per riporre gli attrezzi da lavoro. Insomma, ogni orto è molto simile, per struttura e conformazione, a quello del vicino, ma ciò che cambia sono le prelibatezze che nascono dal pollice verde e dalla cura degli assegnatari.

Infatti gli orti sociali, a Praia se ne contano ben 38 (l’ultimo è stato creato dopo i lavori di rinnovo dell’area) sono il cuore di un progetto sociale per aiutare le famiglie a basso reddito. Per ottenere il diritto a coltivare uno degli orti sociali di Asti bisogna presentare l’apposita domanda e avere un ISEE inferiore a 7.503,26 euro. L’Asp si è occupata degli allacciamenti di fognature e dell’acquedotto mentre l’area, dotata di servizi igienici, è anche illuminata nelle ore notturne così da implementarne la sicurezza.

Nei giorni scorsi gli amministratori comunali hanno fatto visita agli orti sociali per fare il punto della situazione. Con il sindaco Maurizio Rasero e l’assessore Mariangela Cotto erano presenti anche Ferrante Marengo (presidente Rotary che diede il primo impulso al progetto), Marco Stobbione (il presidente in carica), Giorgio Gianuzzi, Giancarlo Valente, Rossella Maggiora, l’assessore Stefania Morra ed Elio Boero. Tutti loro hanno incontrato alcuni degli assegnatari sia di origine italiana sia straniera. Il regolamento di accesso agli orti è trascritto in più lingue (l’ultima è stata l’arabo) e da qualche tempo c’è anche un interprete di origine marocchina che cura, a sua volta, uno degli orti disponibili.

Uno degli orti sociali dati in concessione dal Comune

Coltivazioni variegate

«Gli orti di Praia – spiegano l’assessore alle politiche sociali Cotto e il sindaco Rasero – sono un bell’esempio di convivenza e collaborazione tra persone di provenienze diverse, oltre agli italiani anche albanesi e nord africani. Ognuno porta la ricchezza del suo saper fare. Quest’anno – ricordano gli amministratori – è stato rubato il cancello di accesso agli orti e proprio grazie alla disponibilità di un fabbro albanese, e di altri assegnatari, è stato ripristinato da loro stessi».
Gli orti sociali fanno incontrare persone di diversi Paesi del mondo e anche le coltivazioni sono lo specchio di molte tradizioni: si coltivano ortaggi tipici delle nostre zone, ma anche la rinomata menta marocchina utile per la preparazione del tè arabo.

Due diverse tipologie

Gli orti sociali di Praia sono una forma di sostentamento importante perché danno agli assegnatari la possibilità di prendersi cura del proprio pezzo di terra per ricavarne cibo da portare a tavola. Non sono, quindi, una forma di mero assistenzialismo, ma un progetto sociale e di inclusione che si sta diffondendo anche in altre città.
I 38 orti sociali del quartiere Praia si vanno ad aggiungere ai 307 per anziani con più di 60 anni che si trovano in via Atleti Azzurri Astigiani, nel quartiere Torretta, Carretti e San Quirico per un totale di 345 orti.

Gli orti per gli anziani, diversamente da quelli sociali, sono fruibili pagando una cifra simbolica, 15 euro all’anno, utile a sostenere i costi di acqua ed energia elettrica. «Le richieste per avere l’assegnazione di un orto urbano sono sempre molte, – continuano Rasero e Cotto – oltre ad essere un aiuto per le famiglie, coltivare i propri ortaggi regala soddisfazione e la componente sociale non è da meno. Infatti si organizzano pranzi e braciolate, partite a carte e a bocce per stare in compagnia e fare amicizia. Senza considerare che per chi non ha la fortuna di vivere nel verde, gli orti offrono anche questa opportunità».

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