«Una provocazione? Certo che sì; però, al di là che confermo la nostra firma in polemica verso quella petizione non voglio aggiungere altro». Così ling. Carlo Mogliotti commenta il fatto di
«Una provocazione? Certo che sì; però, al di là che confermo la nostra firma in polemica verso quella petizione non voglio aggiungere altro». Così ling. Carlo Mogliotti commenta il fatto di essere andato al mercato coperto, insieme al collega Omar Carucci, a firmare la petizione contro il progetto dellAgrivillage e della Porta del Monferrato, le due grandi opere che potrebbero atterrare ad Asti, la prima per valorizzare, far conoscere e diffondere i prodotti del territorio, la seconda come nuovo polo commerciale con annesso centro congressi e albergo a servizio dellautostrada Torino-Piacenza. Altre 1.400 firme sono state raccolte negli ultimi 2 mesi contro queste proposte (la petizione è nata dal movimento Stop al Consumo del Territorio cui si è aggiunta, recentemente, la neo associazione Astigiani Uniti – vedi box) ma la curiosità è data dal fatto che Mogliotti e Carucci sono proprio tra i progettisti dellAgrivillage.
Con quella firma i due non hanno voluto sconfessare la proposta, tuttaltro, ma lanciare una provocazione, memori della serata al Centro Culturale San Secondo durante la quale, appunto 2 mesi fa, si discusse di Agrivillage e Porta del Monferrato tra associazioni di categoria, rappresentanti del mondo agricolo, movimenti e cittadini. I proponenti non furono però invitati alla serata e non poterono controbattere alle osservazioni sui progetti. Poi più nulla fino alla sottoscrizione della petizione. Agrivillage è un progetto su cui in molti si sono espressi prendendo una posizione (pro o contro) tranne lamministrazione comunale che, ad oggi, non ha mai ufficialmente dato un parere definitivo anzi, nella stessa maggioranza, ci sono voci contrarie allinsediamento in località Rilate (Anna Bosia, Paolo Crivelli di Uniti per Asti) in favore di un agrivillage urbano che recuperi i numerosi negozi chiusi nel centro storico in una sorta di percorso del gusto volto al rilancio delle piccole attività locali.
Anche sul controprogetto di Uniti per Asti lamministrazione non si è espressa ma Anna Bosia continua a considerarlo una valida via di mezzo per evitare ciò che la petizione vuole scongiurare, il consumo di nuovo territorio e ulteriore cementificazione. La petizione, oltre a schierarsi contro le due opere, chiede al sindaco Brignolo di mettere mano al Piano Regolatore affinché sia adeguato allattuale situazione urbanistica cittadina ma alla luce del recente censimento degli immobili sfitti (1.422 edifici residenziali vuoti con destinazione produttiva, commerciale o uffici; 1.786 abitazioni sfitte). «Il Piano regolatore devessere riformato tenendo presente i dati forniti dal censimento che spiega Alessandro Mortarino di Stop al Consumo del Territorio è la migliore indagine di questo tipo realizzata in Italia, relativamente ai numeri forniti».
Cè poi la questione Expo 2015 perché entrambi i progetti avrebbero dovuto essere operativi, secondo i proponenti, per il 2015. «Termine impossibile per quanta riguarda la Porta del Monferrato puntualizza Mortarino mentre per quanto riguarda Agrivillage mi sembra molto improbabile sebbene pare che ai proponenti basterebbero 3 mesi per allestirlo». Mortarino, a proposito di Expo che ha come tema Nutrire il pianeta, Energia per la vita, rilancia invece lidea di Massimo Longo, tecnologo alimentare, suggerita in occasione della serata al Centro San Secondo. «Se vogliamo realizzare qualcosa di concreto in vista dellExpo commenta – possiamo organizzare il Festival delle Sagre prevedendo che le materie prime fondamentali per la realizzazione dei piatti, almeno la maggior parte, vengano prodotte sul nostro territorio. Lidea labbiamo lanciata, ora speriamo che gli organizzatori la sposino già per questa edizione del Festival».
Riccardo Santagati