Era il 1666 quando i fratelli Giovanni e don Giacomo Borio fecero costruire nella loro cascina del Bricco Borio della frazione Annunziata di Costigliole una piccola chiesa, ad uso anche dei residenti: adornava l’altare un dipinto ad olio su tela raffigurante Sant’Antonio Abate. Oggi quell’opera è stata restaurata, su iniziativa dei cugini Gonella, in memoria di Pasquale Gonella, Adelaide Ghione e Bruno Gonella ed è stata collocata su una parete laterale della chiesa della borgata. L’intervento è stato presentato domenica, in una chiesa gremita, dal parroco don Beppe Pilotto, con l’intervento di don Paolo Prunotto, costigliolese, storico e direttore della Commissione Diocesana per l’Arte Sacra, e dei restauratori Giorgio Perino e Roberto Ilengo; ha portato i saluti dell’amministrazione comunale l’assessore Beppe Fiore, che ha evidenziato l’importanza dell’iniziativa per la comunità e il patrimonio artistico costigliolese. Don Pilotto ha sottolineato la presenza numerosa all’appuntamento e presentando l’iniziativa ha condiviso le parole di Mariuccia Borio, tra i finanziatori del restauro: «L’impegno privato per il restauro di quest’opera, rivolto ad onorare la memoria di chi ci ha preceduti e contribuire alla vita della borgata e della chiesa, potrà magari essere di incentivo ad altre iniziative analoghe».
Don Prunotto ha poi affascinato e incuriosito i presenti con il racconto della storia della chiesetta di Bricco Borio e del quadro di Sant’Antonio Abate. «La chiesa, di 5 metri per 4, con porta che dava direttamente sulla strada, era dotata di un suo beneficio e vi si celebrava la messa una volta a settimana. Si trovava al Bricco Borio, nel punto più alto della borgata in direzione di Loreto, e appartenne ai Borio fino al 1803, quando cascina e chiesa furono vendute al conte Francesco Alessandro Verasis, che le destinò all’organista. A metà ‘800 la chiesetta era fatiscente e fu decisa la sua demolizione: il dipinto e arredi della chiesa furono collocati in una cappella laterale che fu costruita accanto alla chiesa della borgata risalente al 1640, che fu poi demolita e sostituita dalla nuova chiesa realizzata tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 – ha raccontato don Prunotto – Il dipinto fu quindi collocato sul fondo della chiesa, al di sopra del portale d’ingresso. Interessante è l’autore del quadro, perché si tratta di un costigliolese, Secondo Arellano (1640-1701), di cui si trovano altre opere nell’Astigiano; anche la figlia, Caterina Arellano (1664-1725), era pittrice». L’opera era in cattive condizioni e il restauro ha comportato un ampio lavoro: «La tela con il passare del tempo si era rilassata e il colore in molti punti si era staccato. Il restauro ha riportato in evidenza i colori dell’opera e particolari interessanti».