L’ultimo decreto legge del Consiglio dei Ministri ha stabilito di evitare nelle scuole il ricorso massiccio alla didattica a distanza, nonostante gli alti contagi a causa della variante Omicron, garantendo un avvio regolare alle lezioni dopo la pausa natalizia. Ma, per quanto riguarda le scuole elementari, questo provvedimento si scontra, e viene affossato, da una disposizione della Regione Piemonte maggiormente restrittiva. Creando quindi confusione nelle famiglie: da una parte, infatti, hanno assitito per giorni all’annuncio della nuova casistica delle quarantene a seconda degli ordini di scuola; dall’altra, una volta che si trovano nella situazione, si scontrano con provvedimenti diversi da quelli annunciati.
Le disposizioni regionali
Il riferimento è al caso in cui viene riscontrato un solo bambino positivo in una classe della scuola primaria. In questa situazione il decreto legge prevede che si continuino le lezioni in presenza dopo aver effettuato un primo tampone, appena venuti a conoscenza della positività del compagno, e di un altro tampone dopo cinque giorni. Il decreto prevede che questi tamponi possano essere di tipo molecolare o antigenici rapidi, quindi da effettuarsi in farmacia (a pagamento per i bambini delle primarie, mentre sono gratuiti per gli studenti di medie e superiori grazie agli stanziamenti del Governo).
Tuttavia i dirigenti scolastici, lo scorso 8 gennaio, hanno ricevuto una circolare della Regione che ribadisce come, «nei contesti ad alta circolazione virale Sars-Cov-2, l’Asl di competenza, in accordo con il dirigente scolastico, può adottare misure di quarantena più restrittive (Note Regione Piemonte protocollo numero 40236 del 12 novembre 2021 e protocollo numero 43046 del 2 dicembre 2021)». Una disposizione, questa, limitata alle scuole primarie.
In sostanza, in presenza di un contesto di elevati contagi come quello attuale, dirigente scolastico e Asl possono stabilire la quarantena alle elementari anche in presenza di un solo positivo. La quarantena, che si estende anche ai bambini già vaccinati con doppia dose, viene stabilita dal Sisp che, avendo molti casi da analizzare, può impiegare anche uno o due giorni prima di notificare il provvedimento alla classe: nel frattempo i dirigenti impongono la didattica a distanza.
Il commento dei dirigenti
A confermare la situazione Maria Margherita Panza, dirigente del I Circolo didattico, che vede alcune classe delle scuole di cui si occupa in questa situazione. «Le famiglie – spiega – mi telefonano perché non riescono più a capire cosa aspettarsi. Ma se il Sisp impone la quarantena, facendo riferimento alla circolare regionale, io non posso che adeguarmi».
«La circolare – commenta Graziella Ventimiglia, dirigente del V Circolo didattico – fa riferimento ad una possibilità già attuabile dallo scorso mese di novembre, quando era stato stabilito a livello nazionale che, con un caso positivo, si potessero continuare le lezioni. Solo che, tra l’aumento dei contagi e il grande lavoro dell’Asl (vengono processati, solo come Azienda sanitaria, circa 800 tamponi al giorno, ndr), il Sisp procede mettendo in quarantena le classi anche con un solo positivo».
Al V Circolo didattico lo scorso 10 gennaio, quindi al rientro dalle vacanze natalizie, 190 alunni erano assenti, in maggioranza per problemi legati al Covid, su un totale di 970, pari al 19%. Le assenze tra docenti e personale Ata (amministrativi, collaboratori scolastici) si attestavano sul 10%. Il giorno successivo sono entrate in quarantena una classe della primaria e una sezione dell’infanzia.