Gianpiero Gauzzellino, 68 anni, e Maria Maddalena Pavarino, 70 anni racconta la loro seconda vita ospiti della Casa di Riposo “Città di Asti”
Una storia che fa sorridere e che è arrivata fino alle telecamere della trasmissione Rai “Storie Vere”. Si tratta dell’amore nato durante il soggiorno presso la casa di riposo “Città di Asti” fra due ospiti: Gianpiero Gauzzellino, 68 anni, e Maria Maddalena Pavarino, 70 anni che abbiamo incontrato insieme alla direttrice Laura Panelli.
Come siete arrivati alla casa di riposo Maina?
«Abbiamo deciso entrambi spontaneamente di trasferirci qui. Io perché a casa non riuscivo più a salire le scale e non potevo permettermi una badante che mi aiutasse», spiega Gianpiero, mentre Maria, più timida, «Io non volevo restare sola. Anni fa sono rimasta vedova e mio figlio, ormai grande, vive con sua moglie. Alla casa di riposo ho trovato compagnia».
Come vi siete conosciuti e innamorati?
«È stata lei a farsi avanti per prima, ma io non ne sono stato subito convinto perché girava voce che Maria avesse già un fidanzato in casa di riposo». «Non avevo nessun fidanzato, con Gianpiero stavo bene, ci tenevamo compagnia e quindi gli ho detto: “Perché non ci sposiamo?” ».
E Giampiero alla fine ha ceduto…
«Eh sì, non c’era motivo per dire di no. Ci volevamo bene ed eravamo entrambi soli. A luglio 2011 è arrivata la proposta di matrimonio e a ottobre dello stesso anno ci siamo sposati davanti a Dio, qui nella cappella della casa di riposo con dispensa del vescovo. Abbiamo ricevuto anche il saluto del professor Meluzzi e poi abbiamo fatto un bel pranzo».
La scelta è stata di continuare a vivere al Maina?
«Sì, abbiamo messo loro a disposizione una camera matrimoniale piuttosto spaziosa. Maria e Gianpiero sono due cari ospiti della nostra struttura e quando mi hanno chiesto di potersi sposare qui ne sono stata molto felice», spiega la direttrice Laura Panelli, «inoltre sono membri attivi della casa di soggiorno, per esempio hanno partecipato al progetto di avvicinamento al mondo telematico “Nonni 2.0” e Gianpiero realizza delle costruzioni bellissime con gli stuzzicadenti».
Davvero? E cosa costruisce?
«Il primo oggetto che ho costruito è stato un porta accendino per la direttrice e da lì mi sono poi cimentato in diverse composizioni: regali per gli amici, ho realizzato una serie di piume per gli alpini ospiti della casa di riposo in occasione dell’Adunata Nazionale e una croce che ho donato a Papa Francesco» ci dice Gianpiero, mentre Maria precisa «il primo regalo che mi ha fatto è stato un portagioie fatto proprio con gli stecchini». «In sala da pranzo conserviamo una baita, la costruzione più imponente realizzata da Gianpiero» ricorda Panelli.
Gianpiero, come è iniziata questa passione?
«È qualcosa che ho iniziato a fare qui in casa di riposo, prima come regali per gli amici. Ci vogliono manualità e soprattutto tanta pazienza, mi dedico a questa attività un paio d’ore la mattina e un paio d’ore al pomeriggio. Non di più perché altrimenti viene male agli occhi e poi adesso sono sposato quindi devo dare a mia moglie le giuste attenzioni. Ci tengo a trasmettere un messaggio cioè che anche in casa di riposo si possono fare molte cose: io e Maria partecipiamo ai laboratori di cineforum e musicoterapia, ci occupiamo di attività manuali e di progetti con le scuole».
Insomma la vita non finisce in casa di riposo…
«Esatto. In casa di riposo si può stare bene, si può ricominciare a vivere e si può trovare anche l’amore, certo bisogna volersi mettere in gioco».
Alice Ferraris