È stato un incontro che ha richiamato numerosi cittadini, quello organizzato da Cna Pensionati Asti in collaborazione con la Polizia di Stato e dal titolo esplicativo “Truffe agli anziani: consigli pratici per difendersi”. Una iniziativa nata dalla necessità di proteggersi dal dilagare dai fenomeni di raggiro e frode e dalle sempre nuove tecniche di inganno utilizzate verso le persone più fragili.
«Abbiamo programmato questa conferenza – ha sottolineato il presidente Cna Pensionati Asti, Pietro De Santis – perché la sicurezza degli anziani è una priorità, ma le accortezze da mettere in atto per evitare truffe possono essere utili anche ai più giovani». L’evento ha visto la partecipazione, tra gli altri, del dirigente della Squadra Mobile e di quello delle Volanti della Polizia di Stato di Asti che hanno esordito spiegando, brevemente, il loro compito. Quindi hanno domandato ai presenti chi avesse subito truffe. «Con il passare degli anni questi atti sono diventati sempre più subdoli – hanno evidenziato i funzionari di Polizia – e l’unico modo per difendersi, oltre alla conoscenza, è evitare determinati comportamenti: se si è per strada, ad esempio, in caso di emergenza è utile entrare in un luogo pubblico, non fermarsi se interpellati con argomenti strani e chiamare le forze dell’ordine subito. Se invece si riceve una telefonata che appare anomala, interrompere il dialogo, contattare il 112 ed eventualmente un famigliare. Su tutti, mai aprire la porta senza essere certi dell’identità di chi suona».
Numerosi presenti hanno affermato di essere stati vittima di truffe e, tutti, hanno confessato di aver provato un senso di colpa, di mortificazione, di smarrimento e di vergogna. «I truffatori usano strumenti banali che però fanno leva sui sentimenti delle persone, prendono informazioni dai social (un figlio in vacanza, un nipote in viaggio ecc.) e colpiscono – hanno detto i rappresentanti delle forze dell’ordine – Se però vedono che la persona contattata “non abbocca”, lasciano perdere e non usano mai violenza fisica».
Tra le ultime tecniche utilizzate, tralasciando la più nota di un famigliare vittima di incidente, c’è quella dell’acqua contaminata, scusa usata per entrare nelle case, o quella del numero di serie da controllare su banconote appena prelevate e probabilmente false. Non mancano il finto danno all’automobile o le monete cadute al malcapitato salendo in auto, ottima scusa per distrarre la vittima mentre un complice apre la portiera a fianco e ruba la borsa. Attenzione anche a messaggi anomali da parte di banche, Inps o della polizia stessa. Mai, in questi casi, comporre numeri o cliccare sui link indicati ma, piuttosto, chiamare l’Ente in questione.
«Sono situazioni che possono coinvolgere chiunque e da cui ci si può tutelare facendo verifiche, non divulgando i propri dati e denunciando il fatto». Una linea guida semplice e chiara, dunque, riassunta in pochi gesti: «Controllate sempre chi è il vostro interlocutore senza temere di apparire maleducati, non aprite la porta e non abbiate paura di “disturbare” le Forze dell’Ordine in caso di dubbio».