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Alcuni arazzi di Scassa
Attualità

Arazzi e polemiche: dalla minoranza nuova richiesta al sindaco Rasero di dimettersi

L’opposizione parla di “gran confusione” sulla vicenda e di “insuccesso per l’immagine di Asti”: da qui la nuova richiesta di dimissioni

Asti: i consiglieri di minoranza replicano al sindaco Rasero e alimentano la querelle degli arazzi con una nuova richiesta di dimissioni

Neanche il week end di Ferragosto è servito a stemperare gli animi sulla querelle degli arazzi e della futura mostra che Asti Musei ospiterà, da settembre, in occasione della Douja d’Or. Una mostra di arazzi Scassa, ma non concessi dalla famiglia di noti arazzieri, né realizzata in collaborazione con l’Arazzeria di strada Valmanera che rappresenta un gioiello dell’Astigiano già in passato al centro di vivaci discussioni tra Enti locali.

I consiglieri di minoranza Angela Quaglia, Massimo Cerruti, Davide Giargia, Giorgio Spata, Martina Veneto, Mauro Bosia, Michele Anselmo e Mario Malandrone, che avevano chiesto le dimissioni del sindaco Rasero per aver annunciato una mostra, quella degli arazzi Scassa, già allestita a Venezia, ma in realtà diversa da quella che sarà effettivamente aperta al pubblico, tornano sul caso evidenziando le contraddizioni del primo cittadino.

“Rasero annuncia su Facebook la mostra degli arazzi Scassa ospitata a Venezia – spiegano i consiglieri di opposizione – Nelle dichiarazioni successive la mostra diventa una collettiva di arazzi con opere di Scassa e lavori dell’Arazzeria Montalbano. Perché? Forse perché il mancato accordo con l’Arazzeria Scassa non consentirà di esporre gli arazzi ospitati nelle più grandi mostre internazionali, e sui transatlantici, che hanno fatto conoscere Asti nel mondo? Rasero fa parte con Sacco della Fondazione Asti Musei. Dov’era il sindaco quando è stato deciso di organizzare la mostra degli arazzi? Dobbiamo pensare di aver appaltato alla Fondazione CRAsti e al suo Presidente tutta la politica culturale astigiana, insieme ai musei della città?”

Alla mostra di Venezia non c’erano gli arazzi Montalbano

Ma non solo: “Rasero dichiara che nell’esposizione troveranno posto “vari importanti arazzi molti dei quali prodotti nelle arazzerie astigiane”. Ma allora ci saranno anche arazzi non realizzati nelle arazzerie astigiane? Quali e perché? Gli arazzi Scassa che verranno messi in mostra sono quelli attualmente esposti nella sede della Fondazione CRAsti, della Banca di Asti, della Camera di Commercio e del Comitato Palio di Tanaro? Perché, se si tratta soltanto di esporre le prestigiose opere tutte insieme, anziché continuare ad esporle nelle sedi istituzionali, non si può parlare di mostra come di un nuovo “evento”. Rasero dichiara testualmente che la mostra “raccoglierà alcuni fra i più importanti arazzi realizzati dalla prestigiosa Arazzeria Scassa, altri prodotti dall’importante Arazzeria Montalbano, alcuni dei quali facenti parte della rassegna di successo a Venezia, realizzata a cavallo fra l’autunno 2018 e la primavera 2019″. Ma a Venezia nemmeno uno degli “alcuni” arazzi dell’Arazzeria Montalbano è stato esposto. Il sindaco e il presidente della Fondazione CRA hanno visto la mostra di Venezia?”

“Dichiarano – continuano i consiglieri comunali – che quella di Asti “sarà di pari livello, se non superiore, alla rassegna ospitata a Venezia”. Quella di Venezia ha accolto 46 opere dell’Arazzeria Scassa, compreso l’Apollo e Dafne di proprietà della Fondazione CRAsti,  più numerosi altri lavori artistici (dipinti, sculture, collage polimaterici, ceramica raku, ecc.) di artisti come Corrado Cagli, Giuseppe Capogrossi, Emanuele Luzzati, Ezio Gribaudo.  Opere in dialogo con gli arazzi Scassa. Forse Rasero e Sacco non hanno visto la mostra a Venezia. Noi della minoranza abbiamo tratto queste informazioni chi andando alla mostra e chi sfogliando il catalogo”.

Una mostra senza la collaborazione fondamentale dell’Arazzeria Scassa

I consiglieri di opposizione hanno da ridire anche sulle parole espresse dal presidente della Camera di Commercio Renato Goria e spiegano: “Il presidente della Camera di Commercio ha dichiarato che “le manifestazioni pensate di comune accordo che legano cultura, storia, tradizioni comuni, come la Douja d’Or, contribuiscono a fare da volano per l’economia e a vincere il senso di sfiducia nella società”. Peccato che la mostra astigiana sarà realizzata senza la collaborazione fondamentale dell’Arazzeria Scassa, cioè del principale soggetto protagonista della lunga storia di Asti e i suoi arazzi. C’è molto da riflettere”.

“Questa grande confusione sotto il cielo di Asti che si sta creando conferma il nostro convincimento di chiedere a Rasero di dimettersi dalla sua carica di sindaco perché la mostra sarà sicuramente un successo di pubblico, ma un vero insuccesso per l’immagine di Asti che i responsabili delle istituzioni in questo momento stanno dando pubblicamente”.

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