Cerca
Close this search box.
cimitero
Attualità

Asti: al cimitero è crollato l’ossario “pericolante” del triangolo sinistro

Il crollo sarebbe avvenuto un paio di settimane fa, ma tutto è rimasto per terra in attesa di una perizia – La consigliera Quaglia annuncia un’interrogazione

Pericolante dal 2017, è crollato l’ossario del triangolo sinistro

Alla fine l’ossario del cimitero, quello posto nel triangolo sinistro, costruito agli inizi del ‘900, è definitivamente crollato.

Che fosse in precarie condizioni era noto dall’autunno del 2017 quando i tecnici accertarono la presenza di infiltrazioni d’acqua. Il cemento iniziò a staccarsi dalla facciata della struttura e si decise di transennare la zona per impedire che l’intonaco potesse cadere in testa ai visitatori. Passarono un paio d’anni e il caso dell’ossario tornò alla ribalta, nell’ottobre del 2019, quando la consigliera comunale di minoranza Angela Quaglia (CambiAMO Asti) intervenne per chiedere all’amministrazione di adoperarsi per mettere in sicurezza l’area sulla quale era già stato preparato un progetto di rimozione delle resti umani, il loro trasferimento in un altro ossario a spese del Comune o, in caso di mancanza di eredi, lo spostamento delle ossa in un deposito in attesa di riporle, trascorso un anno, nell’ossario del cimitero.

Sono trascorsi altri 7 mesi e solo poche settimane fa, dopo il lockdown dovuto all’epidemia sanitaria, il cantiere per la rimozione dei resti è stato avviato, ma poco dopo si è verificato il crollo di parte della struttura che ancora oggi, a distanza di due settimane, è visibile al di là dei cancelletti posizionati per inibire l’accesso al triangolo sinistro.

La zona dell’ossario crollata

Alcune segnalazioni sono arrivate questa mattina in redazione per chiedere cosa fosse successo e perché non sono state rimosse le macerie.

“E’ vero – racconta il consigliere comunale Piero Ferrero delegato ai cimiteri e alle frazioni – c’è stato un parziale crollo dell’ossario provocato o dalle infiltrazioni o dal fatto che, togliendo i primi resti, quindi muovendo il cemento, si è verificato un cedimento della struttura. Non abbiamo rimosso i mattoni crollati perché abbiamo chiesto di realizzare uno studio tecnico per capire come continuare i lavori. Fortunatamente quando è avvenuto il crollo non c’era nessuno, neanche gli operai incaricati di effettuare i lavori”.

L’area è stata interdetta, ma i cittadini si sono spaventati

Però, sotto le macerie, oltre ai mattoni, ci sono ancora dei resti delle avvenute sepolture che dovranno essere rimossi al più presto. L’Asp ha coperto con alcuni teli il luogo del crollo e interdetto l’area. “Una sessantina di resti verrano riposti nei nostri ossari a nostre spese – continua il consigliere Ferrero – Altri saranno spostati nel deposito dell’Asp per vedere se qualcuno li reclama anche se, come da prassi, avevamo posizionato i cartelli informativi che ne annunciavano la rimozione. Probabilmente demoliremo tutta la struttura per ricostruirla dal principio. Avremmo dovuto incontrare la Soprintendenza alle Belle Arti il 5 marzo per capire come procedere, ma l’emergenza sanitaria ha fermato tutto”.

Ma la consigliera Angela Quaglia, che si era interessata del problema a ottobre, ha già annunciato di voler presentare una nuova interrogazione al sindaco Rasero sull’accaduto e per sapere come mai, nonostante si conoscessero le condizioni precarie della struttura, si sia atteso così a lungo per intervenire.

Anche diversi cittadini si sono preoccupati vedendo le macerie a terra mentre altri, rivolgendosi al giornale, hanno chiesto come mai le parti crollate non siano ancora state rimosse.

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link

Scopri inoltre:

Edizione digitale