Alberto, il bambino venuto alla luce a fine 2024, ancora non lo sa, ma la sua nascita è stata resa possibile anche dalla voce di un’infermiera astigiana specializzata nell’ipnosi clinica che ha accompagnato la sua mamma durante un delicato intervento cui è stata sottoposta due settimane prima del parto. E che, senza quella voce, avrebbe messo a rischio il piccolo con una nascita prematura.
La voce è quella dell’infermiera Daniela Nicolosi, fra le prime all’ospedale di Asti a specializzarsi nell’ipnosi clinica, chiamata dal primario di Ginecologia e Ostetricia Maggiorino Barbero per il caso della mamma del neonato.
La donna, dopo quattro precedenti gravidanze non andate a buon fine, era arrivata alla 37.ma settimana di gestazione ed era necessario un intervento di rimozione del cerchiaggio profilattico uterino. Ma una complicanza chirurgica rendeva necessaria almeno una sedazione se non un’anestesia generale.
Nelle pazienti gravide, però, sono sconsigliate le procedure chirurgiche ed anestesiologiche perché potrebbero portare ad una induzione precoce del travaglio. E nel caso della donna in esame, il rischio era ancora più alto della media.
Troppo rischioso somministrarle l’anestesia così l’équipe ostetrica che ha seguito la gestante in modo altamente competente con l’obiettivo di aiutarla in ogni modo a diventare finalmente mamma, ha pensato di tentare l’intervento di rimozione del cerchiaggio praticando l’ipnosi clinica.
«Sebbene le tecniche di ipnosi e comunicazione ipnotica siano sempre da intendersi come complementari alle tecniche terapeutiche di anestesia ed analgesia normalmente impiegate durante le procedure chirurgiche per potenziarne la sinergia – spiegano da Ostetricia e Ginecologia – in questo specifico caso l’assenza di anestesia ha permesso di evitare il passaggio materno fetale dei farmaci come, ad esempio oppioidi ed eventuali effetti collaterali o complicanze di altro genere».
Così, in sala parto, è stata costruita una perfetta simbiosi fra le procedure dell’affiatata équipe ostetrica e le tecniche di ipnosi clinica dell’infermiera specializzata.
Commoventi i racconti fatti dalla donna incinta all’infermiera al termine dell’intervento: ha raccontato di essere riuscita a provare la sensazione di essere seduta in riva al mare mentre lo guardava come dentro ad un film o ad un libro di poesie con lo stesso incanto e lo stesso innamoramento per la vita stessa. In un altro momento dell’intervento ha invece raccontato di aver raggiunto un posto a lei molto caro, ovvero la panchina posizionata proprio di fronte alla Madonna di Lourdes investita della pace e della forza percepita in quel luogo.
Una tecnica così profonda e utile alla paziente, che durante il parto avvenuto qualche settimana dopo l’ha recuperata in autoipnosi per gestire ansia, paura e controllo del dolore delle contrazioni.
«Il racconto di questa donna, fatto di parole così commoventi e piene di serenità – conclude l’infermiera Nicolosi – ha un’importanza unica e fondamentale per noi tutti e per la futura mamma che di lì a poco avrebbe dato alla luce una nuova vita. Per noi che svolgiamo attività con fini professionali nel mondo della sanità questo è un risultato che assume una particolare importanza per consolidare salute e umanità».