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Trasporto pubblico

Asti-Chivasso: “La Regione prenda in considerazione la definitiva riapertura della linea ferroviaria”

Le associazioni per la mobilità sostenibile sottolineano l’importanza che potrebbe avere un servizio pendolari visto l’aumento dei costi dei carburanti

Il passaggio del primo treno storico-turistico sulla linea Asti-Chivasso, in occasione della fiera del tartufo di Montiglio ha suscitato tanto entusiasmo e aperto nuove prospettive per il futuro della tratta dopo 11 anni di sospensione.

Il Coordinamento mobilità integra e sostenibile (Co.M.I.S.) e il circolo La Nostra Collina di Chivasso, che tanto impegno hanno profuso per la riattivazione della linea, sostengono sia ora necessario che la mobilitazione di enti locali, associazione, cittadini prosegua per il ritorno del treno per un degno servizio a favore di studenti, lavoratori e anche turisti e non con lo scadente servizio degli ultimi anni in cui era in servizio; le corse dovrebbero essere cadenzate regolarmente durante la giornata favorendo le coincidenze alle stazioni di Asti e Chivasso.

«Soltanto un paio di anni fa – ricordano il Co.M.I.S. e La Nostra Collina – neanche il più ottimista fra noi che da sempre sosteniamo il trasporto pubblico ed in particolare su rotaia come alternativa ai mezzi privati avrebbe pensato che questa antica linea ferroviaria sarebbe uscita dall’oblio. Grazie alla meritoria opera della Fondazione FS, ma anche alle mobilitazioni sul territorio delle associazioni come le nostre con tante petizioni, mostre e camminate sui binari la riapertura della Chivasso-Asti è stata inserita nell’agenda pubblica. Siamo certi che un servizio pendolari con orari appetibili potrebbe essere molto utile alla cittadinanza, ma a maggior ragione ora che i prezzi dei carburanti sono lievitati. Ci rivolgiamo pertanto alla Regione affinché prenda finalmente in considerazione la definitiva riapertura della Chivasso-Asti e facciamo un accorato appello ai comuni attraversati da questa linea di non abbassare la guardia. Noi continueremo a fare la nostra parte, collaborando con gli enti locali e cercando di mantenere alta l’attenzione su questa autentica risorsa dei nostri territori».

Il Piemonte è la regione che conta il maggior numero di linee ferroviarie sospese: 1.200 km di tratte che potrebbero essere riaperte per garantire un efficace trasporto locale a territori oggi non serviti e per rispondere al bisogno di mobilità sostenibile, in un nuovo scenario dettato dalla transizione ecologica. Occorrerebbe prendere esempio dalla Lombardia, dove il “sistema treno” nel 2021, in un anno ancora segnato dalla pandemia, ha generato un valore complessivo positivo di 1,86 miliardi di euro (considerando anche le esternalità prodotte a livello economico, sociale e ambientale), trasportando oltre 116 milioni di passeggeri.

Nella foto: la storica “littorina” alla stazione di Cocconato.

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