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Asti, finita la stagione delle catture delle lepri che andranno a ripopolare il territorio

Una novantina di esemplari con una forte prevalenza di catture nel Sud Astigiano

Domenica si è concluso il periodo di cattura delle lepri presenti nelle  zone di ripopolamento e caccia  della provincia di Asti.

Dall’Atc (Ambito Territoriale Caccia) di Nord e Sud Tanaro che comprende tutta la provincia, arrivano i dati delle lepri raccolte: 11 per la zona “Isolone” ad Asti; 23 in quella di Bubbio; 19 a Mombaruzzo;  28 presso “Costa del Sole” a Nizza e infine 9 per quanto riguarda Agliano Terme. Dato curioso rimarcato da Antonello Murgia, presidente dell’Atc, è la maggiore quantità di lepri catturate nell’ambito meridionale della provincia di Asti.  «Sud batte Nord dieci a uno – commenta – Questo a fronte di anni passati in cui invece si riscontrava un pareggio dei risultati, a volte con un dato lievemente maggiore nell’ambito Nord. Oggi i tempi sono cambiati e le parti sono invertite».

 

C’è una spiegazione? «Le ragioni non sono facilmente comprensibili – spiega Murgia – Causa delle minori catture sarebbero, secondo i cacciatori del Sud Astigiano, i ripopolamenti fatti negli anni scorsi. Avrebbero visto l’immissione di lepri provenienti da territori troppo diversi, con danneggiamento dei ceppi esistenti».

Il risultato, per quanto riguarda il Sud, è perciò un discreto patrimonio venatorio. Nel Nord Astigiano, i cacciatori si dividerebbero invece tra chi desidera ripopolare a partire da esemplari di produzione locale e chi ne predilige l’acquisto da altre regioni.

Ancora Murgia: «Crediamo che la linea adottata dai cacciatori del sud sia migliore. Confidiamo, in particolare, sulle aziende locali che allevano lepri in appezzamenti recintati di molti ettari. Questi animali sono molto simili a quelli nati in cattività.  Ed è cruciale lavorare sulle Zrc che soono le prime a poter garantire una produzione di selvaggina locale».

 

“Dopo alcuni anni in cui non si vedevano così tante catture, siamo tornati ad averne in buona entità,” commenta Fabio Carosso, vice presidente della Regione Piemonte. “Parliamo dell’esito dell’ottima gestione delle ZRC, che ha avuto ricaduta non solo sul numero di animali, ma anche sulla qualità degli habitat. Fondamentale, in questo, la riduzione di diserbanti e prodotti utilizzati”. Un elogio per i cacciatori, in prima linea nella gestione: “La buona volontà e la passione, portate avanti per molti anni, sono visibili anche negli esiti.”

 

Ad alcune di queste catture era presente il vicepresidente della Regione, astigiano, Fabio Carosso: «Posso dire che sono state  belle giornate. Mi ha colpito la presenza di molti ragazzi giovani venuti ad assistere. Fa piacere che si avvicinino al nostro mondo». La caccia alla lepre, rimarca il vicepresidente, è tradizione antica nelle nostre zone e «rappresenta un rapporto particolare con il cane, con i componenti più anziani della famiglia e naturalmente con l’ambiente. Fa parte, insomma, della nostra cultura».

 

Una giornata di raccolta delle lepri dalla Zona di Ripopolamento e Cattura come quella di domenica ad Agliano ha caratteristiche precise. Ne rievoca alcuni passaggi Alberto Allineri di Liberacaccia: «C’è stata partecipazione e passaparola. Siamo felici che la gente sia venuta ad assistere, arrivando anche da lontano».   Come sempre importantissima la presenza del  dottor Fausto Solito, veterinario dell’Asl di Asti e poi personale della Provincia di Asti, le guardie venatorie e degli ATC. La gestione delle Zrc viene fatta con il tempo e prevede alcune complessità, come il contrasto delle specie problematiche: «Degli esemplari di lepre raccolti, sarà riassegnata almeno una coppia a ciascuno dei paesi di riferimento. In parte gli animali saranno utili, inoltre, al procedimento noto come ‘risanguare’, che vede il consolidamento della specie».

 

È infine l’allevatore Silvano Giacchino, di Coazzolo, a offrire il suo punto di vista sugli animali catturati: «In generale, affinché le lepri possano sopravvivere allo stato naturale, è indispensabile che siano di alta qualità. Quelle nelle Zrc lo sono, possono essere definite “a chilometri zero” e di certo adatte a ripopolare il territorio in cui sono nate». L’allevatore precisa come anche animali preparati per l’immissione potrebbero dare buoni risultati. In quanto imprenditore locale, Giacchino si complimenta con il coordinamento a cura degli ATC: «Negli ultimi anni si è data un’impronta di un certo tipo, che ha condotto a ottimi risultati. Il Presidente Murgia si è speso per aziende locali come la nostra e ha reso possibile la ripresa delle catture».

 

Ringraziamenti conclusivi riguardo ai quali il presidente degli ATC Murgia rilancia: «Siamo grati per il lavoro fatto dall’Ufficio Caccia della Provincia di Asti, dal presidente Paolo Lanfranco e dal consigliere delegato Davide Massaglia, a partire dalla riassegnazione delle Zrc alle associazioni venatorie del territorio, con concessione delle catture. Merito importante va infine ai cacciatori che hanno messo in pratica, in modo fattivo, le catture medesime».

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Una risposta

  1. Non dimenticatevi che molti cacciatori anno cani da ferma e quest’anno 10 fagiani che all’apertura non c’è ne erano più mio padre tesserino bianco e poi vi fate tanto belli

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