C’è una classifica che la città e la provincia di Asti devono assolutamente risalire. Ed è quella del numero di persone che danno la loro autorizzazione alla donazione degli organi. Perchè, al momento, è penultima in Piemonte (davanti solo ad Alessandria) e 76.ma sulle 107 province italiane.
Un “indice di dono” che si migliora iscrivendosi all’Aido (associazione italiana donatori organi), dichiarando la propria volontà all’Asl o scegliendo la casella del “sì” quando si rinnova la carta di identità. Ricordando che qualunque scelta è revocabile in qualunque momento successivo: un “no” o un “non so” possono diventare un “sì” con una semplice variazione all’Asl o all’Aido.
Proprio l’Aido di Asti ha pensato ad una campagna di sensibilizzazione sulla donazione di organi e tessuti rivolgendosi ai più giovani, i ragazzi delle ultime due classi delle scuole superiori.
In collaborazione con le associazioni di trapiantati AITF Piemonte VdA, ANED Piemonte, ACTI, TPA, Trapiantati di polmone e con il sostegno del Coordinamento Ospedaliero delle Donazioni e Comune di Asti ha avviato il progetto “Generazione Dono 7.0”
«Un titolo simbolico – ha spiegato Fabio Arossa vice presidente regionale Aido e nel consiglio provinciale astigiano guidato dalla presidente Irene Testa – che vuole rivolgersi ai giovani adulti e che vuole ricordare come un solo donatore può salvare 7 vite».
Da un mese e mezzo sono stati effettuati incontri nelle scuole astigiane e il riscontro è stato molto buono. «Durante i nostri interventi – spiega ancora Arossa – presentiamo le attività delle nostre associazioni, un medico fornisce informazioni scientifiche sulle donazioni e un paziente trapiantato racconta la sua esperienza.
E’ sempre il momento più toccante perchè i ragazzi ascoltano un uomo o una donna iniziare così “Se sono qui oggi fra voi è solo grazie ad un’altra persona che ha scelto di donare gli organi”».