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Il piano stradale prospicente l'ingresso laterale della Chiesa
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La protesta

Asti: gli evangelici “penalizzati” dalla nuova viabilità

Il prolungamento di via Monti con corso Casale blocca l’uscita dal cortile della Chiesa

Se non kafkiana è quantomeno grottesca la querelle esplosa, “letteralmente”, tra via Monti e corso Casale a metà di una strada appena costruita. La via, una delle opere di urbanizzazione collegata alla costruzione del nuovo supermercato Lidl che presto aprirà i battenti (è stata realizzata anche una nuova rotonda su corso Casale), ha scatenato una vivace protesta da parte di Vincenzo Martucci, Pastore evangelico responsabile della vicina Chiesa. Quest’ultima, fino alla costruzione della nuova strada, aveva l’ingresso principale, carraio e pedonale, al termine di via Monti. Ora sembra che la Chiesa evengelica usasse anche un altro passo carraio e pedonale sul terreno, di privati, che è stato urbanizzato con la nuova strada, alta abbastanza da impedire l’uso di questo secondo accesso.

«A nulla sono valse le rimostranze presentate prima verbalmente e direttamente al progettista della strada nel mese di novembre, quando i lavori erano ancora facilmente modificabili, – racconta Martucci – e poi ai responsabili dell’amministrazione alla fine di dicembre, con apposito incontro al quale è seguito un sopralluogo di tutte le parti interessate. Preso atto del proseguimento dei lavori come da progetto, che è apparso modificato rispetto al primo presentato nel 2018, il quale non aveva questo problema, l’Ente Morale di cui è membro la mia Chiesa ha presentato una diffida cui le parti interessate non hanno neppure ritenuto di dover rispondere. Nemmeno l’azione cautelare predisposta successivamente ha sortito effetti ed ora la strada è terminata e la Chiesa evangelica si trova davanti al fatto compiuto».

«Mi chiedo – continua il Pastore ricordano la presenza trentennale della Chiesa nel quartiere – se in tutto questo non si debba ravvisare una palese discriminazione religiosa da parte di interlocutori che forse hanno ritenuto le nostre rivendicazioni, o addirittura noi, assolutamente insignificanti. Eppure una Legge d’intesa dello Stato italiano con la nostra Chiesa riconosce il legittimo esercizio del culto evangelico, che peraltro si collega in linea ideale con il grande filone del Protestantesimo storico e internazionale».

L’interrogazione di Quaglia e Malandrone

La denuncia della Chiesa Evangelica è stata raccolta anche dai consiglieri comunali di minoranza Mario Malandrone e Angela Quaglia che hanno già depositato un’interrogazione al sindaco Rasero.

«Le nostre non vogliono essere polemiche strumentali, – commentano i due eletti – ma avendo verificato di persona, l’impatto della nuova urbanizzazione dovuta all’insediamento del nuovo supermercato, riteniamo non solo invasiva, grave e surreale la situazione sollevata dal Pastore della Chiesa evangelica, ma che l’intera struttura viaria sia impattante. L’impatto è quello della sede viaria principale, ma anche dei muretti relativi alla pista ciclopedonale. Ci chiediamo se non potessero essere individuate altre soluzioni. Ricordiamo che le opere di urbanizzazione sono importanti, vitali, ma quando sono fatte in questo modo non solo sono poco sostenibili: diventano anche spreco di risorse pubbliche. Se poi diventano impattanti, invasive e surreali giustificano la richiesta che facciamo di chiarimenti, non quelli fatti già da sindaco e assessore competente, con una convocazione di una commissione dei lavori pubblici».

La replica dell’amministrazione comunale: «Non godeva né di servitù né del diritto di accedere al fondo»

Né il sindaco Rasero, né l’assessore ai lavori pubblici ci stanno a passare per coloro che hanno avallato un atto discriminatorio nei confronti della Chiesa evangelica di Asti, ma non accettano neanche la versione della storia raccontata dal Pastore Martucci sul fatto che la nuova strada abbia reso inutilizzabile il passo carraio e pedonale all’edificio di culto. L’amministrazione ha quindi ripercorso tutto il lungo e articolato iter amministrativo che ha portato all’edificazione del terreno dov’è stato costruito il nuovo supermercato, ma anche quello per il completamento della Chiesa evangelica durante il quale è stato realizzato «un accesso carraio e pedonale verso il fondo privato limitrofo senza che sullo stesso gravasse una servitù di passaggio».

Fondo ricompreso nell’area del Piano particolareggiato che ha previsto la costruzione del nuovo Lidl e delle opere di urbanizzazione collegate, tra cui la strada di congiunzione tra corso Casale e via Monti.

«Con deliberazione 370 del 6 agosto 2019 – spiegano gli amministratori comunali – la Giunta ha approvato il Piano particolareggiato senza che fossero presentate osservazioni relativamente all’accesso diretto alla nuova viabilità comunale da parte della Chiesa evangelica. L’iter di approvazione dello strumento urbanistico, di natura pubblica, è stato correttamente portato avanti dalla pubblica amministrazione e la Chiesa evangelica non ha presentato alcuna osservazione allo stesso nei tempi e modi consentiti dall’ordinamento vigente. L’accesso carraio e pedonale di cui si parla venne realizzato dalla Chiesa senza che la stessa avesse titolo alcuno ad accedere al fondo privato confinante. Pertanto risulta evidente che la nuova viabilità non ha in alcun modo reso inutilizzabile il passo carraio e pedonale della Chiesa evangelica, in quanto lo stesso dava su di un fondo privato sul quale non ha mai gravato una servitù di passaggio verso la Chiesa, né tale accesso diretto è mai stato previsto nella documentazione tecnica del Piano particolareggiato adottato, pubblicato ed approvato dalla amministrazione comunale».

Ma, stando a quanto riferito dall’Ente, si è anche tentato di trovare una mediazione che andasse bene a tutti, «individuando una soluzione tecnicamente fattibile, senza alcun onere per la Chiesa evangelica». L’ipotesi era di modificare la livelletta del tratto di strada interessato «in modo da consentire la ricollocazione degli accessi esistenti pochi metri più avanti lungo la strada, con la modifica della recinzione, il tutto a cura e spese del proponente del Piano particolareggiato, resosi disponibile, come è infatti avvenuto per la ricollocazione dei vicini orti sociali. E ciò – sottolineano dal Comune – come atto di liberalità, non essendovi alcun obbligo di qualsiasi natura».

«Purtroppo la Chiesa evangelica – continuano dagli uffici comunali – si è ripetutamente rifiutata di accettare tale soluzione, pretendendo che la quota della strada si adattasse a quella del proprio cortile, con la realizzazione di pendenze non conformi per la tipologia di viabilità che ingegnerebbero pericolo per i conducenti».

«Nessuna discriminazione religiosa»

«Non comprendo le accuse di discriminazione religiosa nei confronti di questa amministrazione, che ha sempre perseguito, nei fatti, una concreta politica volta all’integrazione religiosa fondata sul rispetto di tutti gli interlocutori presenti sul territorio – replica il sindaco Maurizio Rasero – In più occasioni ho partecipato alle funzioni delle confessioni religiose accompagnato anche da componenti della giunta. Mi rendo comunque disponibile ad un ulteriore incontro».

«Pur rammaricata, a nome dell’amministrazione rinnovo alla Chiesa evangelica la richiesta di accettare la modifica proposta, in modo da realizzare l’accesso pedonale e carraio che ancora per qualche settimana potrà essere tranquillamente portato a termine» aggiunge l’assessore ai lavori pubblici Stefania Morra.

La quale sottolinea che «l’ingresso utilizzato ormai da vent’anni per accedere alla Chiesa non è quello oggetto del “discusso” intervento, ma sussiste su via Monti e non ha quindi subito cambiamenti con la realizzazione della nuova strada».

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