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Attualità
Il caso

Asti, grazie al buco nella cancellata riescono a penetrare nell’ex Maternità

Un gruppo di ragazzini è stato visto aggirarsi nel cortile dell’immobile di proprietà dell’Asl, ma non è il primo caso segnalato

La presenza di tanti immobili abbandonati significa avere altrettanti luoghi potenzialmente pericolosi dai quali bisognerebbe stare alla larga. Invece, come già successo per l’ex ospedale di Asti, diventato terreno di esplorazione per un gruppo di ragazzi pronti a filmare, alcuni anni fa, le loro “prodezze” e pubblicarle su Youtube, anche l’ex Maternità di via Corridoni ha attirato l’attenzione di alcuni giovanissimi pronti a sfidare la sorte.

Si parla di ragazzi, che sono stati visti, sabato pomeriggio, entrare e uscire dal cortile dell’ex nosocomio, in via Duca d’Aosta, approfittando di un varco presente nella cancellata perimetrale. Un passaggio sufficientemente largo per essere attraversato, specie da un gruppo di minorenni di circa 13 anni. Da quanto riferito al giornale i giovani sarebbero anche stati visti da alcuni testimoni seduti sulle panchine del parco Biberach. Forse non era la prima volta che attraversavano il varco, ma già il fatto che sia possibile accedere così facilmente al cortile dell’immobile dovrebbe far scattare un campanello d’allarme.

I ragazzini avrebbero deciso di entrare nell’ex Maternità (di proprietà dell’Asl) senza preoccuparsi dello stato di profondo degrado dei luoghi, forse per girare dei video da pubblicare sui social. Nel recente passato altri giovani furono visti, non distante dall’ex Maternità, entrare in un cantiere di un edificio di tre piani in ristrutturazione, ma abbandonato da anni. Anche in questo caso riuscirono a farlo approfittando di un varco nella recinzione perimetrale. In quell’occasione furono chiamati gli agenti della polizia municipale che segnalarono al proprietario dell’immobile di mettere l’area in sicurezza.

Da oltre un mese la cancellata di quel cantiere è stata riaperta, ma nonostante le varie segnalazioni al Comune, il varco non è stato chiuso e i ragazzini sono tornati a frequentare l’area attratti dallo stato di abbandono dei luoghi. Tutto questo senza avere la reale percezione dei pericoli a cui vanno incontro.

Nulla di nuovo se si considera che, anni fa, altri giovani, poco più che bambini, ebbero l’idea di entrare nell’ex Casermone, già fatiscente, per “inseguire” i Pokemon attraverso la realtà aumentata dei loro smartphone. Un gioco molto in voga a quel tempo e oggi superato da altrettanti videogiochi in cui reale e virtuale si mescolano. Negli ultimi anni, poi, si sono moltiplicati i canali Youtube di persone che documentano l’esplorazione di luoghi abbandonati, molti dei quali presenti anche nell’Astigiano.

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