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Attualità

Asti: lo sfogo “amaro e pungente” del dottor Gianluca Ghiselli

Il direttore del pronto soccorso attacca, con ironia, complottisti, disinformati, laureati in medicina all’università della strada che hanno discusso a lungo sul virus senza saperne nulla

Asti: il direttore del pronto soccorso Ghiselli racconta l’emergenza dal suo punto di vista

Durante la fase più drammatica dell’emergenza sanitaria abbiamo raccontato del famoso messaggio audio, diventato virale, nel quale si sentiva la voce del direttore della Cardiologia dell’ospedale di Asti, Marco Scaglione, che non condivideva la scelta di riaprire i mercati ad Asti, a inizio aprile, pur con le limitazioni del caso. Un episodio che fece molto discutere. Chissà se farà discutere con altrettanta concitazione il lungo post su Facebook scritto dal direttore del pronto soccorso di Asti Gianluca Ghiselli. Quest’ultimo ha voluto fare una lunga osservazione su ciò che l’emergenza Coronavirus ha rappresentato per lui, il suo staff, l’ospedale, ma l’ha scritta in maniera del tutto originale chiamando i causa, nel bene o nel male, una serie di soggetti per come si sono comportati durante i mesi appena trascorsi. Ce n’è davvero per tutti, nessuno escluso, ma se a molti Ghiselli riserva un giudizio amaramente impietoso, per altri ha parole di ammirazione e ringraziamento infinito.

I ringraziamenti “ironici”

I ringraziamenti del dottor Ghiselli, ma quelli davvero ironici, per non dire peggio, vanno a quelle persone «impiegati di ogni ordine e grado, professionisti di qualsiasi settore, liberi cittadini, pensionati, menti pensanti di ogni credo politico o religioso che da casa hanno preso la laurea all’università di Facebook e sanno tutto su virus, immunologia, terapia intensiva, ventilazione, fisiologia dell’apparato respiratorio, farmaci anti virali, etc. Il vostro contributo è stato illuminante per la lotta a questa malattia e avete dato delle certezze granitiche». A questi aggiunge «tutti gli esperti di metabolismo, acidosi respiratoria e metabolica correlata all’uso di mascherine chirurgiche: non sapete che sollievo avete dato a tutti i chirurghi del mondo con la dimostrazione che tantissimi erano già morti e non lo sapevano; finalmente potranno riposare in pace. E per noi che la usiamo ancora, grazie, almeno possiamo fare testamento subito».

Ghiselli, sempre tra l’ironico e l’amaro, “ringrazia” i complottisti che hanno “declassificato” il Covid-19 a semplice influenza, «tutti i no vax, che non vaccinano i figli sennò diventano autistici, ma li battezzano sennò vanno all’inferno», ma anche «tutti quelli che hanno pensato di rimborsare 1 euro al giorno al personale in servizio (a proposito, medici esclusi)».

Ma sono molti di più coloro ai quali va la sua stima e che “non ringrazia”, perché hanno fatto il loro lavoro, ma forse, aggiungiamo noi, perché non basterebbero tutti i grazie del mondo per farlo.

Ai colleghi: «Siete stati grandiosi»

Quindi i “non ringraziamenti” di Ghiselli vanno a «tutti i medici, gli infermieri, gli OSS, i tecnici di radiologia, di laboratorio, amministrativi e tutti quelli che, negli ospedali, sono rimasti al loro posto (anche lavorando da casa). Abbiamo condiviso – racconta il primario – timori, paure, a volte la rabbia contro una malattia che non sapevamo come prendere, ma in fondo è “solo” il nostro lavoro; tutti gli staff delle direzioni che si sono inventati posti di rianimazione, terapie sub intensive, reparti, isolamenti, DPI dal giorno alla notte, percorsi, chiusure, etc.; chi ha prestato servizio in ambulanza vestito come un palombaro, che senza perdere un colpo e senza alcuna paura ha continuato a portarci i pazienti in Pronto Soccorso; tutti i reparti che si sono re-inventati un lavoro in 48 ore con le giuste ansie ma senza paure. Siete stati fantastici».

Parole di elogio vanno ai «nostri anestesisti con cui abbiamo condiviso gioie e dolori, con cui ci siamo scambiati pazienti in up e in down, che hanno salutato con favore l’apertura della nostra Semi Intensiva. Grazie di tutto quello che ci avete dato; tutto il personale del nostro Pronto Soccorso, della Medicina d’Urgenza della nostra Terapia Semi Intensiva. Queste persone in poche ore hanno stravolto il loro modo di lavorare, affrontando un nemico insidioso, subdolo, pericoloso e mai visto prima. Semplicemente grandiosi». Ma in realtà il dottor Ghiselli svela il motivo del suo “non ringraziamento” a fine post: «Sapete perché non li ringrazio? Perché è il lavoro che hanno scelto, perché chi lavora in ospedale lo sa… può capitare e devi esserci. Hanno solo dato una lucidata alla professionalità annebbiata dalla burocrazia e dalle pastoie di una sanità sacrificata da anni sull’altare dell’efficienza, efficacia, virtuosismo (che vuol dire virtuosismo? Operare un paziente con la mano destra mentre con la sinistra si lanciano e si riprendono le palline colorate?), da dati che ci hanno presentato consulenti preparatissimi sui numeri ma che non sapevano quale fosse la porta di un ospedale! Forse adesso avete capito: le strumentazioni si trovano, quello che non si trova è il personale, medici, infermieri, OSS, etc..».

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