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Asti Pride 2019143
Attualità
Il caso

Asti Pride, alla fine hanno vinto gli organizzatori: il corteo passerà da corso Savona

L’amministrazione comunale aveva chiesto agli organizzatori di cambiare percorso a causa della chiusura del cavalcavia Giolitti, ma il programma resta immutato

Nel 2019 “Asti Pride” ottenne il patrocinio del Comune, pur tra difficoltà e polemiche da parte di una quota della maggioranza che sosteneva il sindaco Rasero nel suo primo mandato. Molti si ricordano ancora la conferenza stampa di Rasero, con tanto di guantoni da boxe indossati, che annunciava di essere riuscito a far concedere il patrocinio al primo Pride cittadino andando oltre le diverse sensibilità e visioni in materia LGBTQI. Contrarietà dimostrata dai partiti più conservatori della sua stessa maggioranza, in primis Fratelli d’Italia e dalla Lega.

Un quadro politico molto diverso da quello di oggi dove l’associazione “Asti Pride” e l’amministrazione comunale a stento si parlano, divisi praticamente su tutte le principali istanze che il primo Pride aveva rivolto proprio al Comune.

Così, il 16 luglio, al secondo Pride, niente patrocinio e neanche la presenza di politici in prima fila durante il corteo. Nessun invito ufficiale è stato presentato dagli organizzatori e difficilmente rivedremo il sindaco Rasero, con la fascia tricolore, andare incontro alla parata per portare il saluto della Città. Rasero nei mesi scorsi aveva spiegato che il patrocinio al Pride non è stato concesso perché l’associazione “Asti Pride” non l’ha chiesto. Vero, ma dall’associazione replicano che «sarebbe stato poco coerente chiederlo dopo tutti i segnali di inesistente collaborazione dimostrati dal Comune rispetto ai temi e alle istanze del Pride».

A gettare ulteriore benzina sul fuoco è stato il braccio di ferro, continuato fino a pochi giorni fa, tra gli organizzatori e il sindaco Rasero sul percorso del corteo. Rasero aveva chiesto di non passare da corso Savona perché, con la chiusura del cavalcavia Giolitti, avvenuta ieri, è l’unica via di sfogo del traffico nella zona sud di Asti. Ma all’associazione “Asti Pride” non è sfuggito il particolare che la chiusura del cavalcavia sia avvenuta 5 giorni prima del Pride. Un caso legato ai lavori o l’ennesima conferma che il dialogo tra le parti sia stato gettato alle ortiche? Un ultimo tentativo di convincere l’associazione a cambiare il percorso è stato fatto mercoledì, ma “Asti Pride” è rimasta sulla sua prima proposta: si passerà da corso Savona.

«Chiudere corso Savona o corso Alessandria per far passare il Giro d’Italia non è mai stato un problema – commenta Patrizio Onori il presidente di “Asti Pride” – Non vedo perché dovrebbe esserlo se la stessa chiusura viene chiesta per il corteo del Pride».

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2 risposte

  1. Mi permetto di non condividere l’ultima affermazione.
    Paragonare il Giro d’Italia, con la sua storia e tradizione scritta dai vari Coppi, Bartali, Merckx, Pantani, Indurain con l’Asti pride?

  2. Mi permetto di non condividere l’ultima affermazione.
    Paragonare il Giro d’Italia, con la sua storia e tradizione scritta dai vari Coppi, Bartali, Merckx, Pantani, Indurain con l’Asti pride?

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