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Attualità

Asti: sui social esplode la polemica sulle procedure per un caffè al bar

Nessun barista può servire ordinazioni non effettuate prima al telefono, via messaggio o da piattaforme, ma non tutti i clienti lo accettano

Caffè al bar: su Facebook la querelle sugli ordini da “remoto”

Nella Fase 2 dell’emergenza sanitaria, come si può ordinare un semplice caffè al bar? Le regole ci sono, vanno applicate, ma anche ad Asti stanno provocando una vivace querelle tra baristi e clienti, soprattutto quelli che non hanno intenzione di rispettarle. La discussione è nata su Facebook scatenando centinaia di commenti, anche molto duri.

Con l’inizio della Fase 2, il Piemonte ha voluto essere più restrittivo dell’ultimo DPCM (26 aprile) circa le modalità di usufruire dei servizi di take away nei locali già aperti. Regole più stringenti che valgono per tutti i locali, indipendentemente se si ordina un panino, un’insalata o un semplice caffè da portare via.

Le procedura per il take away del caffè

Diversi baristi di Asti si lamentano che molti cittadini non hanno capito quali siano le nuove procedure per effettuare gli ordini, caffè compreso: occorre prenotarlo “da remoto”, quindi tramite chiamata telefonica, messaggio WhatsApp o su piattaforma digitale; concordare l’orario di ritiro;  un solo cliente per volta può entrare nel locale, indossando una mascherina e restando ad almeno 2 metri dall’esercente. Una volta lasciato il bar, il caffè può essere consumato, ma non nei pressi dell’esercizio commerciale, meglio se lontano da altre persone. Ma che significa pressi? Quanto lontano si deve andare prima di sorseggiare il caffè? Basta allontanarsi di 4 o 5 metri, togliendosi dall’eventuale coda dei clienti in attesa di essere serviti.

Ordinare da remoto il caffè significa, a rigor di logica, telefonare anche pochi attimi prima di ritirarlo; quindi se si è già nei pressi del bar è possibile chiamare per l’ordinazione. Non vale, però, chiederlo a voce sul posto, né il barista, sempre rispettando le regole, può offrirsi di preparare un caffè all’unico cliente che si ferma davanti alla porta del locale perché in questo caso aggirerebbe l’ordinazione da remoto.

Alternative non sono previste, è necessario parecchio buonsenso, ma ci sono baristi che, spiegando le regole ai passanti, sono stati mandati al diavolo con il risultato di aver perso l’ordine, se non il cliente.

Il commento di una commerciante

“Quando spieghiamo le modalità per ordinare, – racconta Elisa, titolare di un bar gelateria del centro – il 30% dei clienti rimane basito, il 10% ci manda a quel paese dicendo che andrà altrove dove non gli fanno queste complicazioni. Io ho dovuto mettere un tavolo come barriera a pochi centimetri dall’ingresso per non far entrare le persone tutte insieme, accetto gli ordini da remoto e anche quando le persone arrivano senza avvisarmi prima, chiedo loro di seguire le procedure. Non diamo i coni gelato, ma le vaschette e, come regola di massima, accettiamo le ordinazioni di tutto ciò che è trasportabile”.

Elisa spiega che il caffè viene comunque preparato al momento della consegna e che, in ogni caso, se un cliente ordina un caffè, ma poi cambia idea e preferisce un ginseng, non gli chiede di rifare l’ordine per annullare il precedente. “Stiamo facendo metà degli incassi di febbraio, che per noi era già bassa stagione – conclude la titolare del bar gelateria – Così possiamo andare avanti per qualche settimane, fino al 17 maggio, ma non può essere un metodo sostenibile sul lungo periodo”.

Le regole del caffè valgono per tutto, dalla bottiglietta d’acqua, al cornetto, panini o gelati da asporto. Nessun obbligo invece, di tenere un registro degli ordini per tracciare cosa si è dato e quando, ma c’è chi teme che davanti a un accertamento sia comunque facile non essere in regola.

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