Un progetto partito in sordina che oggi rappresenta un affaccio sul grande buco nero in cui sono cadute le persone malate di depressione. Nessun pudore nel chiamare per nome quel malessere che, anche nella nostra città, ogni anno si porta via uomini, donne, ragazzi.
“Un libro per Daniela”, iniziativa culturale nata sull’onda del dolore per la scomparsa della nota libraia Daniela Albertelli avvenuta nel febbraio scorso, si è trasformata, nel corso dei mesi e grazie alla sua famiglia, in un’ancora di salvataggio per chi deve fare i conti ogni giorno con la depressione.
«Da qualche settimana, ogni lunedì dalle 18 alle 20 in una saletta della Caffetteria Mazzetti siamo presenti con una professionista che presta volontariamente il suo sostegno – spiega il marito di Daniela, Luciano Cavallo – Non c’è bisogno di prenotarsi né di contattarci prima. Noi non chiediamo nulla. Siamo lì, ogni lunedì sera, ad attendere chi vuole venire a incontrarci, anche senza dirci una parola, trovando già sollievo nel sapere che c’è un luogo in cui sanno di essere compresi prima ancora che aiutati».
Dai primi incontri emerge che le persone malate di depressione sono un numero ben più alto di quello riferito dalle istituzioni sanitarie.
«Esiste un grandissimo vuoto per chi soffre di questa malattia – prosegue Cavallo – La sanità pubblica può offrire pochi incontri di psicoterapia e a distanza di tanto tempo da uno all’altro. Così chi può permetterselo si cura rivolgendosi a professionisti privati mentre gli altri restano dentro la depressione e non hanno appigli per uscirne. Noi non abbiamo la pretesa di guarire tutti quelli che si presentano da noi o di risolvere i loro problemi, però stiamo costruendo una rete di esperti e professionisti da mettere a disposizione di chi si presenta a chiederci aiuto e sa che per noi la depressione non è un tabù».
All’orizzonte vi è l’idea di allargare queste serate anche al giovedì e un progetto congiunto con il marito di Alessandra Appiano con la quale Daniela ha condiviso la passione per i libri e, purtroppo, anche il destino.
(Nella foto Efrem, da sinistra, aldo Delaude, Barbara Mogni, Carlotta Cavallo e Chiara Buratti)