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Attualità

Boana, il campo nomadi è abusivo
e si rischia perché esondabile

Lunga ad articolata interpellanza consigliere del PDL Angela Quaglia che, durante l'ultimo Consiglio Comunale, ha chiesto informazioni sull’insediamento dei nomadi in località Boana-Rocca Schiavina e quanti altri insediamenti esistano sul territorio comunale. A rispondere è stato l’assessore ai Servizi Sociali Piero Vercelli che ha confermato la pericolosità di quell’accampamento e il fatto che si tratti di un insediamento non autorizzato…

Qual è il numero accettabile di nomadi che potrebbero risiedere ad Asti anche ai fini di un loro inserimento sociale? A domandarlo alla Giunta è il consigliere del PDL Angela Quaglia attraverso una lunga ad articolata interpellanza discussa lunedì sera in Consiglio.
Angela Quaglia chiede informazioni sull’insediamento dei nomadi in località Boana-Rocca Schiavina e, in particolare, se si trovi in una zona esondabile, se sia autorizzato, se ci siano servizi igienici, quanti nomadi vi risiedano, quanti bambini residenti sull’area frequentino la scuola e quanti altri insediamenti esistano sul territorio comunale.

A rispondere è l’assessore ai Servizi Sociali Piero Vercelli che conferma la pericolosità di quell’accampamento e il fatto che si tratti di un insediamento non autorizzato. «L’area si trova all’interno degli argini del fiume Tanaro realizzati per contenere le piene di portata straordinaria successivamente all’alluvione del 1994 – spiega Vercelli – In particolare il sito ricade all’interno della delimitazione della fascia di esondazione (fascia B) del fiume. L’insediamento non è autorizzato ma da tempo è oggetto di interesse di nomadi rom e ci sono segnalazioni già risalenti al 2005/06».

Vercelli ricorda inoltre di aver segnalato all’Autorità Giudiziaria alcuni nomadi trovati in quel campo e non in regola con i permessi di soggiorno e che l’area si trova su terreni di proprietà di alcuni di loro. «All’interno – aggiunge l’assessore – si è accertata la presenza di roulotte, camper e container ad uso abitativo e durante un recente controllo risultavano presenti 40 persone di cui 6 bambini in età scolare, 2 frequentanti istituti di Asti e 4 no». L’assessore scende poi nel dettaglio parlando degli altri campi nomadi presenti in città: al 7 marzo scorso in via Guerra risultavano esserci 104 sinti, 177 rom e altri 37 nomadi nel campo di Vallarone.

Un altro campo sintu, composto da una ventina di persone, si trova in corso Savona (zona Fava e Scarzella) «un insediamento non di competenza comunale». Vercelli non fornisce però il numero massimo di nomadi che potrebbero essere accolti ad Asti ai fini di un inserimento in società come invece chiesto dal consigliere dell’opposizione. Richiamando la legge regionale 26 del 1993 l’assessore replica: «La Giunta comunale ritiene che la misura dell’accettabilità della presenza dei nomadi debba essere valutata di volta in volta in relazione alla reali condizioni di reciproco rispetto e positiva convivenza».

Il consigliere del PDL, sentite le risposte, non esita a definire grave che queste persone si trovino in una zona a rischio di esondazione. «Credo che il primo dovere del sindaco sia di farli spostare di lì, non è pensabile che si faccia finta di nulla». Vercelli assicura che si farà carico della situazione per tentare di risolverla senza farne però una questione di campagna elettorale «perché – aggiunge – sono persone come noi».

Riccardo Santagati

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