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Attualità
Inclusione sportiva

Buttigliera d’Asti, alla LAB 3.11 nascono “carrozzine da film” e per l’inclusione dei disabili motori

Le sedie di Costantino Perna, utilizzate nel film “Corro da te” con Favino e Leone, sono all’avanguardia nel promuovere l’inclusione scolastica e sportiva dei disabili

Forse che le sue carrozzine sportive per disabili finissero in un film di successo non lo avrebbe mai immaginato, ma Costantino Perna ha più volte sperimentato che non ci sono limiti a quello che si può fare. Le sue sedie sportive, prodotte dalla LAB 3.11 di Buttigliera, sono arrivate in tutto il mondo e quindi anche nel film di Riccardo Milani “Corro da te” i cui protagonisti sono Pierfrancesco Favino e Miriam Leone.

Il film, nel quale Perna ha anche recitato insieme alla sua collaboratrice Giulia Capocci, campionessa di tennis Wheelchair, è servito soprattutto ad aggiungere un tassello al progetto di inclusione dei disabili motori che con la LAB 3.11 portano avanti, fortemente convinti che lo sport sia un fenomenale veicolo per superare tutte le barriere, soprattutto quelle mentali sedimentate nella cultura sociale.

La storia di Costantino Perna sembra proprio la sceneggiatura di un film. Imprenditore nel settore della meccanica di precisione si è occupato di motori e dell’equipaggiamento per le gare sulle due ruote. Un incidente nel 2010 lo ha costretto ad una lunga riabilitazione all’Unità Spinale di Torino dove ha scoperto che si può tornare a fare sport anche se utilizzando una sedia con le ruote.

«Prima del mio incidente avevo, come molte persone, una coscienza vaga di cosa fosse la disabilità – racconta Perna – pensavo che non mi riguardasse. I disabili li vedevo senza vederli realmente. Quando ho avuto l’incidente e sono tornato a casa nel gennaio del 2011 mi sono accorto che le cose semplici erano diventate complicate, ma ho cambiato vita. All’Unità Spinale avevo cominciato a giocare a tennis con le sedie che avevano a disposizione, ma mi ero reso conto che non tutte le sedie sono uguali e che l’esperienza di gioco poteva cambiare notevolmente a seconda dell’ausilio utilizzato. Allora mi sono detto: la sedia me la costruisco io. Non sarà poi così difficile mettere insieme quattro tubi».

Ovviamente non era così semplice, ma lo studio, le prove, hanno portato il suo laboratorio artigianale a produrre carrozzine sportive rivoluzionarie rispetto a quello che c’era sul mercato, principalmente dominato dalle multinazionali. L’incontro con Giulia Capocci, già ai vertici del tennis, gli ha permesso di perfezionare ancora di più le sue sedie modulari.

«Siamo partiti dall’idea che la sedia si deve adattare allo sportivo in carrozzina e non il contrario – spiega Perna – le nostre sedie possono montare ruote di diverse dimensioni e la seduta è adattabile alle modifiche che nel tempo il corpo può subire, che sia la crescita di un bambino o l’aumento di peso dello sportivo. La stabilità che queste carrozzine danno agli atleti disabili è stata l’idea vincente che con il passaparola ha portato i nostri prodotti nel mondo».

Giulia Capocci è anche una grande testimonial: nel suo palmares il terzo posto al NEC Wheelchair Masters negli Usa nel 2018 e il secondo posto a Wimbledon nel 2019.

Il progetto più importante a cui la LAB 3.11 si dedica è però l’inclusione scolastica. Nelle scuole Costantino Perna porta 3 delle sue carrozzine. Una viene utilizzata da un disabile e le altre due vengono fatte provare ai ragazzi in piedi.

«Questo sistema ci permette di avvicinare i ragazzi disabili all’educazione motoria che nella maggior parte delle scuole è negata – afferma Perna – non per cattiva volontà, ma perché manca l’educazione, mancano gli strumenti culturali. Quando mettiamo i ragazzi sulla sedia a rotelle, la disabilità può essere dei normodotati perché non sanno utilizzarla. Il disabile ha quindi un’abilità maggiore che può far valere nei confronti dei compagni. Se partiamo dall’educazione cancelliamo i preconcetti sulla disabilità e nello stesso tempo facciamo capire agli insegnanti, ai genitori e al disabile stesso che lo sport è una possibilità non un ostacolo insormontabile. Ma non possiamo fermarci alle giornate evento in cui presentiamo questi progetti. Dobbiamo fare in modo che queste pratiche diventino, appunto, la normalità».

Il prossimo evento di inclusione scolastica si terrà proprio ad Asti, in collaborazione con l’Istituto Castigliano, il 9 e 10 maggio.

Nelle foto Costantino Perna, Giulia Capocci nel laboratorio LAB 3.11

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