L’appello è chiaro, inequivocabile: usate di più e meglio l’ecostazione di via Olindo. Grande struttura realizzata da Gaia alle porte dell’area industriale di regione Dota, capace di raccogliere le tipologie di scarti che non possono essere assimilati nel “porta a porta”, soffre di una certa qual diffidenza da parte dell’utenza. «Quando si accede all’ecostazione – spiega Silvia Gibelli, assessore all’ambiente – viene chiesta dagli addetti la tessera sanitaria. Questa serve esclusivamente per individuare la provenienza del conferitore così da ripartire i costi di gestione tra i vari Comuni che aderiscono in convenzione. Importante, inoltre, sottolineare che il servizio di smaltimento dei privati all’ecostazione è compreso nella tariffa della Tari e, dunque, nulla è dovuto in più».
Puntualizzazione necessaria in vista del periodo natalizio quando, storicamente, il volume delle frazioni di scarti aumenta. Gli orari dell’ecostazione sono stati ampliati: il lunedì, venerdì e sabato è aperta dalle 9 alle 12 e dalle 13,30 alle 17, mentre il mercoledì dalle 9 alle 13 (giovedì chiuso).
C’è, poi, la partita della raccolta differenziata. Canelli non è ancora un comune “riciclone” seppur la percentuale dei rifiuti divisi alla fonte sia del 70% anche per il 2021 (dati provvisori), ben superiore al limite minimo del 65% voluto dalla legge. «Ci sono comportamenti virtuosi e altri meno, sui quali interveniamo anche con multe grazie alle immagini delle telecamere» conferma l’assessore.
Ma la repressione non è la strada da percorrere. «I cestini stradali, ad esempio, non sono il ricettacolo della nostra spazzatura di casa. Purtroppo molti sono pieni di sacchetti dove c’è di tutto – spiega Silvia Gibelli -. Dobbiamo insistere sia sulle modalità di conferimento e, soprattutto, come differenziamo alla fonte il rifiuto. La qualità delle frazioni è accettabile ma abbiamo ancora buoni margini di miglioramento. Dove? Riducendo l’indifferenziato, che è quello che costa e inquina di più».