La missiva, che mira a coinvolgere l’intera filiera, è stata inviata al presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, all’Assessore all’Agricoltura Marco Protopapa, alla Commissione Lavoro della Camera, al Consorzio Piemonte Land of Wine, al Consorzio di Tutela dell’Asti e del Moscato d’Asti, a tutte le organizzazioni e confederazioni agricole, a Confindustria e Confcooperative delle province di Alessandria, Asti e Cuneo.
«Le osservazioni toccano tre macro argomenti: carenza idrica e colpi di calore, epoca di vendemmia, costo del lavoro – spiegano dall’Associazione Comuni del Moscato – Per ognuna di queste voci la riflessione è approfondita e rivela molti elementi di incertezza per il futuro».
A rischio le campagne produttive. Nella scorsa vendemmia, a causa di caldo e siccità, alcuni Surì hanno registrato un riduzione della produzione per disseccamento pari al 70%. L’analisi valuta anche la possibilità di potenziare le capacità di irrigazione attraverso grandi investimenti.
L’epoca della vendemmia attesta ormai l’anticipo di ogni fase fenologica, dal germogliamento alla maturazione, e fa sì che la raccolta delle uve avvenga ormai nei giorni estivi, nella prima decade di agosto, con relativo anticipo del conferimento nelle cantine. «E’ necessaria una revisione dell’operatività dell’intera filiera» affermano.
Infine costo del lavoro «L’intero settore è a rischio “corto circuito” – concludono dai Surì – Alcune soluzioni potrebbero trovare ispirazione da quelle del periodo Covid, come l’estensione sino al sesto grado di parentela per il lavoro gratuito e transitorio».