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"Cari amministratori, non date rettasolo a chi sbraita più forte"
Attualità

"Cari amministratori, non date retta
solo a chi sbraita più forte"

All'incontro con il vescovo sul tema della famiglia hanno partecipato oltre 40 amministratori locali. C'è chi segnala la difficoltà ad accedere ai servizi comunali, altri criticano la politica che non ha tenuto conto delle difficoltà economiche dei nuclei familiari

Circa quaranta amministratori locali hanno aderito sabato mattina all’invito lanciato dal Vescovo mons. Francesco Ravinale per un confronto-dibattito nell’ambito degli incontri organizzati dalla scuola diocesana di formazione per l’impegno sociale e politico e in vista della 47esima settimana sociale dei cattolici che si svolgerà a Torino dal 12 al 15 settembre 2013 ed avrà come tema centrale la riflessione sulla centralità della famiglia.
“Stanotte – ha raccontato il Vescovo in apertura del suo intervento – ho sognato di essere in un’aula nella quale tutti gridavano e strepitavano senza sapere cosa fare. Un tale urlava più forte degli altri dicendo parolacce e bestemmie. Ecco, se applichiamo questa situazione al mondo politico vorrei consigliare a chi si occupa della res pubblica a tutti i livelli di ascoltare sé stessi e gli altri piuttosto che prestare orecchio soltanto a chi sbraita più forte.

Il politico cristiano deve svolgere il proprio mandato pubblico con spirito di servizio e impegnarsi quotidianamente per il bene comune. Anche a seguito delle recenti elezioni politiche – ha proseguito il Vescovo – stiamo attraversando un periodo di grande ansia sociale e rispetto al passato oggi abbiamo un Parlamento di perdenti poiché nessuna forza politica può affermare di aver vinto le elezioni. Ritengo che inoltre non sia da sottovalutare il successo di figure emergenti le cui istanze devono essere accolte e valutate attentamente. A fronte di questa situazione di instabilità e possibile ingovernabilità il mio auspicio è che si arrivi alla formazione di un Governo che ponga come priorità della sua azione il tema della famiglia basata sul legame matrimoniale tra un uomo ed una donna.
La centralità di un’istituzione, che sempre più frequentemente costituisce un ammortizzatore sociale, viene spesso minata da spinte disgregative e distruttive che non riesco davvero a comprendere poiché credo che il rilancio della famiglia sia essenziale alla crescita della società e del Paese in quanto essa è il luogo privilegiato da cui passa l’educazione e la formazione delle giovani generazioni”.

Davide Arri, vicesindaco del Comune di Asti ha ricordato come amministrare gli enti locali sia attualmente un’esperienza complessa e difficoltosa poiché ci si trova a fronteggiare esigenze socio-economiche sempre più drammatiche con minori risorse economiche rispetto al passato. “Tuttavia – ha detto Arri – bisogna più che mai essere coesi e cercare soluzioni comuni perché come diceva Aldo Moro è comunque preferibile sbagliare insieme piuttosto che avere ragione da solo. Inoltre bisognerebbe sempre considerare che l’impegno di un amministratore è temporaneo e quindi è opportuno promuovere efficacemente e in maniera concreta una sorta di staffetta tra generazioni anche perché quando siamo chiamati a governare un Comune dobbiamo pensare che stiamo progettando la città del futuro, quella nella quale vivranno i nostri figli e nipoti”.

“Le riflessioni del Vescovo sono condivisibili soprattutto sul tema della famiglia che va supportata economicamente – ha sostenuto Giuseppe Ugonia, sindaco di Calosso – e purtroppo non mi pare che recenti provvedimenti come l’Imu, le tasse sui servizi e le varie pastoie burocratiche vadano nella direzione di favorire l’economia delle famiglie e il mondo del lavoro.Noi a Calosso per fortuna non abbiamo casi preoccupanti di nuclei familiari in difficoltà perché il mercato vitivinicolo del nostro territorio sta fronteggiando positivamente l’impatto della crisi economica. Ho apprezzato anche l’invito di padre Francesco a tenere in debita considerazione le cosiddette ‘minoranze emergenti’ della politica nazionale e locale. Invito inoltre tutti i colleghi a stare col fiato sul collo soprattutto di consiglieri regionali ed assessori e dei parlamentari del territorio: dobbiamo controllare e vigilare sull’operato di tutte quelle figure che in questo momento possono incidere significativamente sulle scelte che ricadono nella vita quotidiana dei cittadini”.

Significativa l’esperienza portata all’assemblea da Ezio Ruzzafante, un cittadino di Piea: “Sono sposato e ho cinque figli. La mia attività professionale di tecnico di laboratorio ci consente di vivere dignitosamente ma la richiesta che da semplice elettore vorrei fare agli amministratori locali è quella che alle famiglie vengano dati non tanto contributi economici quanto piuttosto che si semplifichi l’accesso ai servizi comunali poiché, ad esempio, per tutti i capifamiglia lavoratori i problemi sorgono quando per poter fare un documento bisogna prendere un permesso dal lavoro”.

All’incontro di sabato ha preso la parola anche Angelo Franza, consigliere comunale a Dusino San Michele: “Sul mancato sostegno alle famiglie anche i cristiani che nel recente passato si sono impegnati in politica hanno grosse responsabilità non solo materiali ma anche di esempio e testimonianza poiché mi riesce difficile considerare credibile un politico che mi parla di centralità della famiglia quando nella sua vita privata ne ha più di una. In ambito locale invece molti politici sembrano più preoccupati di dare finanziamenti pubblici alle fiere dei tartufi piuttosto che impegnarsi a misure concrete di aiuto nei confronti dei nuclei familiari in difficoltà”.

Bartolo Gabbio

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