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Attualità

C’è la mano di Antoine de Lonhy nelle pale dipinte ritrovate a Vezzolano

Sono in fase di restauro ed è stata aperta una sottoscrizione per riportarle a nuovo splendore

Ci sono voluti 500 anni per riscoprire la grandezza di Antoine de Lonhy, ma alla fine è arrivato da tutto il mondo degli studiosi dell’arte il riconoscimento a questo artista “itinerante” che fu pittore, scultore, miniatore, illustratore, disegnatore di vetrate, ricamatore artistico.
E un po’ di questa sua versatile arte ce l’abbiamo a casa nostra, all’Abbazia di Vezzolano dalla quale provengono due pale dipinte da entrambi i lati ed attualmente in fase di restauro al Laboratorio Nicola di Aramengo.
Rocambolesca la loro storia, come hanno raccontato nel corso di una conferenza stampa virtuale la direttrice di Vezzolano, l’architetto Valentina Barberis, Enrica Pagella direttrice regionale Musei Piemonte e Roberta Bianchi, responsabile del Laboratorio di restauro della direzione regionale Musei Piemonte.

L’Annunciazione

Già alcune fonti di fine Ottocento e prima metà del Novecento parlavano di tavole dipinte che si trovavano ai lati dell’altare della straordinaria abbazia romanica di Vezzolano e la loro presenza è stata confermata da alcune foto d’epoca, in bianco e nero scattate negli Anni Quaranta.
Un documento dell’Abbazia risalente al 1955 riferisce di alcune tavole inviate al restauro presso il laboratorio Patrito nel quale vennero “messe in sicurezza”: furono completamente ricoperte da veline che ne preservavano il distacco del manto pittorico in attesa del restauro vero e proprio. Rimasero così protette (ma nascoste) per molti anni fino a quando approdarono al Laboratorio Nicola.
Solo la grande intuizione del professor Giovanni Romano, scomparso neanche un mese fa, ne intravvide la “mano” di Antoine de Lonhy.

La Natività

Secondo gli studi compiuti finora, non le avrebbe dipinte direttamente lui, ma sicuramente qualcuno della sua scuola, considerando che, dopo una vita passata in Borgogna, Catalogna e poi in Savoia, de Lonhy si stabilì in Piemonte.
Lo si riconosce dal gusto per il gotico internazionale e per l’impiego di una tavolozza sofisticata con colori come il rosso ciliegia, il rosa cipria, il verde mela che occhieggia alla nuova pittura fiamminga.
Una scoperta importante che fa di quelle due tavole con quattro diversi “quadri” che rappresentano l’una Natività/Crocifissione, l’altra Assunzione/Resurrezione un’opera degna di essere restaurata e restituita al pubblico.
Il restauro, in fase iniziale presso il laboratorio Nicola, ha già consentito di ricomporre le assi e di rimuovere il “velinaggio” che le aveva preservate. Ora serve passare alla fase di consolidamento del supporto ligneo e poi di restauro della parte pittorica.
Per questo motivo l’associazione La Cabalesta, attiva nella ricerca di fondi per il restauro di opere di Vezzolano, ha lanciato una raccolta fondi. «Gli altri anni una consistente parte di fondi arrivava dai visitatori dello straordinario presepe in miniatura di Anna Rosa Nicola ospitato proprio a Vezzolano – ha spiegato il presidente dell’associazione Maurizio Pistone – ma quest’anno, a causa della pandemia, non è stato possibile allestirlo e dunque ci rivolgiamo a tutti coloro che amano Vezzolano e l’arte affinchè ci aiutino a raggiungere la cifra necessaria per portare a nuovo splendore le due pale lignee di grande valore artistico e storico».
La Cabalesta non è nuova a raccolte di questo genere perchè ogni anno, le offerte raccolte per il presepe sono andate a sostenere un restauro: dalla Madonna dell’Aquila danneggiata dal terremoto all’ex voto di Rollino passando per una collezione di reliquie ossee sempre di casa a Vezzolano.

La Crocifissione

I danni visti attraverso le radiografie

Ma quali sono i danni che il tempo ha lasciato sulle due pale dipinte su entrambe le facciate?
Per scoprirlo il Laboratorio di restauro della Direzione regionale Musei Piemonte ha eseguito un vero e proprio check up sull’opera, con tanto di radiografie.
«Si notano abrasioni, fori di insetti del legno, cromie inscurite sia a causa dell’invecchiamento pittorico che per alcune anomalie conservative – risponde la dottoressa Roberta Bianchi, responsabile del Laboratorio – Per verificare lo stato “interno” del supporto ligneo, che ha dimensioni importanti, visto che ogni pala misura 1,80 mt per 1,20 mt circa, abbiamo eseguito delle radiografie che ci hanno svelato la presenza di cavicchi usati per tenere insieme le tre assi affiancate che costituiscono ogni pala. Lo stesso esame radiografico ci ha consentito di studiare a fondo la stesura del manto pittorico, gli interventi conservativi cui è stato già sottoposto nel corso dei secoli e anche le correzioni fatte in corso d’opera dal suo autore».
Anche se la foto in bianco e nero degli Anni Quaranta le presenta appese come quadri ai lati dell’altare di Vezzolano, le pale sono nate come “sportelli”.
Questo è spiegato dal fatto che sono dipinte da una parte e dall’altra.
I ricercatori credono che siano state commissionate per l’Abbazia di Vezzolano inizialmente per chiudere i passaggi ai lati del portale della chiesa e poi forse per riparare il retablo che ospitava il gruppo in terracotta dietro l’altare.
«La prova che fossero usate come ante – prosegue la dottoressa Bianchi – deriva dal fatto che si vedono ancora chiaramente i segni di chiodi e della cerniera applicata per sostenere le ante ai cardini oltre ad altre barre tipiche delle porte».
Non è ancora chiaro, al momento, se al termine del restauro verranno restituite a Vezzolano e con quale destinazione, ma rimane importante strapparle dall’oblio e riparare i danni che il passare dei secoli hanno provocato.

Per contribuire all’opera di restauro si può fare il versamento su Iban IT11N0306909606100000111950 presso Banca Intesa San Paolo intestato ad Associazione La Cabalesta con causale: “Arte da salvare – restauro tavole di Vezzolano”.
I sottoscrittori sono poi invitati a inviare copia del bonifico via mail a info@lacabalesta.it per ottenere la dichiarazione ai fini della detrazione fiscale e per ricevere in omaggio, su offerte minime di 20 euro, il libro fotografico sul presepe di Anna Rosa Nicola.
Si tratta di un volume di grande pregio tipografico in cui sono riportate, a tutta pagina, le riproduzioni fotografiche delle botteghe realizzate con pazienza certosina dalla restauratrice con la passione per i presepi in miniatura.

Daniela Peira

La Resurrezione

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