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Ciliegia o velluto: ecco le mille sfumature della Barbera d’Asti Docg

All’Anteprima promossa da Coldiretti il confronto tra 24 campioni della rossa piemontese. Il profgessor Gerbi: «Il ‘23 un’annata sorprendente»

Ciliegia, a volte più precisamente ciliegia vignola, e poi profumo di caramella, e ancora aggressivo o al contrario morbida, velluto in bocca o invece salivatorio e in qualche caso «mettere il cartello lavori in corso». E’ incredibile la quantità di sensazioni, profumi, sapori che si può incontrare in un bicchiere di Berbera d’Asti. Esperienza che probabilmente viene più facile ad un grande esperto come il professor Vincenzo Gerbi, docente di lungo corso al Dipartimento di Scienze Agrarie e oramai un punto di riferimento per chi vuole fare dell’enologia di qualità, ma a cui hanno provato a cimentarsi anche i partecipanti all’Anteprima Barbera, l’evento promosso da 22 anni da Coldiretti, che mette a confronto i campioni (quest’anno erano 24) della rossa piemontese appena vendemmiata.
«Un’annata sorprendente, ricca di profumi» la sentenza di Gerbi che era affiancato da Secondo Rabbione, direttore del Centro Studi Vini del Piemonte e vice direttore Coldiretti Asti. Vini «sani», tutti da vasca dato che non c’è stato il tempo materiale per un passaggio in legno, con solo 4 campioni su 24 con gradazione superiore ai 15 gradi, provenienti da Albugnano a Sessame, da Castagnole Lanze a Casorzo passando per le zone più vocate della provincia (il Sud Astigiano in generale).
Nelle singole differenze emergono però carattersi comuni, quasi identificativi del vino piemontese (e astigiano) per eccellenza: «Un livello qualitativo eccellente, frutto di un attento lavoro in vigna e in cantina decisamente migliorato se si pensa che qualche anno fa in queste degustazioni molti vini venivano classificati con la C o la B, mentre oggi abbiamo tutte A con alcuni che si meritano anche dei “+”» sintetizza Gerbi, specificando che ci sono Barbere «dalle spalle larghe, vocate all’invecchiamento e altre più “atletiche”con profumi giovanili e di pronta beva». Rabbione sottolinea la necessità di scegliere «il momento giusto per la vendemmia: oggi abbiamo gli strumenti adatti per intervenire, sbagliare l’epoca può voler dire avere un prodotto non all’altezza delle aspettative».
E sull’importanza dell’apporto scientifico insistono Monica Monticone e Diego Furia, presidente e direttore di Coldiretti Asti: «Grazie alle analisi puntuali messe a punto dal Centro Studi Vini del Piemonte, avremo a disposizione informazioni importanti, per meglio affrontare l’affinamento in cantina e in bottiglia, nonché per valutare i diversi potenziali di tenuta nel tempo delle Barbere d’Asti Docg».
Una curiosità: chi ha vinto la selezione tra i 24 campioni in degustazione? Il voto più alto (A3+) è andato a una Barbera d’Asti docg di Agliano, 15,37 gradi. Sul podio (A2+) anche Barbere da Montegrosso, Castelnuovo don Bosco, Sessame e San Damiano.

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