Un’atmosfera di confronto schietto e partecipazione ha caratterizzato la tappa astigiana del tour “Voci del Piemonte” promosso dal Partito Democratico. Un’iniziativa volta a raccogliere le istanze, i problemi e le sfide del territorio direttamente dalla voce dei cittadini e degli amministratori locali. L’incontro si è svolto al Circolo Nosenzo e ha visto la presenza del consigliere regionale astigiano Fabio Isnardi, del vicepresidente del Consiglio regionale Domenico Ravetti, della capogruppo Gianna Pentenero, del segretario regionale Mimmo Rossi e di altri esponenti regionali del Pd insieme a diversi consiglieri comunali di Asti (Michele Miravalle, Luciano Sutera, Maria Ferlisi, Roberto Vercelli) e alla segretaria provinciale Elena Accossato. Sul tavolo questioni cruciali per la Regione, ma anche per la nostra provincia.
Asti tra difficoltà economiche e fuga dei giovani
I rappresentanti locali del Pd, a cominciare dal segretario del circolo di Asti, Enrico Panirossi, hanno dipinto un quadro preoccupante della città e del nostro territorio. È stata evidenziata una realtà tra luci e ombre, con costi della vita elevati e salari bassi che non sono più sufficienti per arrivare alla fine del mese. Questa situazione si riverbera in una povertà diffusa, come testimoniato dalla Caritas ai cui centri si rivolgono anche persone che, pur avendo un lavoro a tempo indeterminato, faticano a far fronte alle spese. Un dato particolarmente allarmante sollevato da Panirossi è la fuga dei giovani che interessa l’Astigiano insieme al resto del Piemonte: negli ultimi anni si stima che 40.000 giovani laureati abbiano lasciato la regione. Asti, in particolare, è il quarto capoluogo piemontese per perdita demografica, ma per contrastare questi fenomeni è stata proposta una prospettiva incentrata sulla “qualità della vita”, che includa politiche di assistenza alle famiglie, riqualificazione urbana e miglioramento dei trasporti pubblici.
Il nodo critico dei trasporti pubblici
La questione dei trasporti ha suscitato un ampio dibattito, con diverse voci che hanno sottolineato le gravi carenze del sistema piemontese. L’ex consigliere comunale e provinciale Oscar Ferraris ha rimarcato la mancanza di collegamenti efficaci tra Asti e Milano, «che ha sostituito Torino come punto focale per l’occupazione», e criticato l’inefficienza di alcune linee, come quella che collega Asti a Torino Caselle, impiegando un’ora e quaranta minuti per raggiungere l’aeroporto, rendendola di fatto inutilizzabile per i viaggiatori. La consigliera Simona Paonessa, proveniente dalla provincia di Vercelli, ha sottolineato come i problemi siano simili in tutto il Piemonte e denunciato i tagli di oltre 60 milioni di euro al Fondo Nazionale Trasporti da parte del governo nazionale, il che si traduce in una riduzione delle linee, soprattutto su gomma, penalizzando le aree montane e la popolazione anziana che spesso non possiede un’auto.
L’allarme del vino invenduto
Altro tema affrontato nell’incontro è stato la crisi del settore vitivinicolo particolarmente sentita nell’Astigiano. A tenere banco i dati drammatici sull’invenduto nel settore enologico che esporta alcuni dei migliori vini del mondo. Timore che è cresciuto sia per la questione dei dazi che stanno per essere attivati dagli Stati Uniti, sia per le norme più stringenti del nuovo Codice della Strada che hanno colpito, direttamente, il consumo di alcolici, causando minori vendite anche nei locali, enoteche e vinerie. A riguardo, il consigliere regionale Fabio Isnardi ha fornito una risposta dettagliata e preoccupata precisando che «contrariamente a quanto suggerito dall’assessore regionale, in una battuta infelice, che ha definito il problema “circoscritto all’Astigiano”, la crisi del vino è in realtà un problema generale che colpisce i vini in diverse province». Isnardi ha aggiunto che «i dazi verso gli Stati Uniti del 10%, seppur apparentemente contenuti, rappresenteranno un “disastro”: mentre un Barolo da 200 euro potrebbe assorbire un aumento di prezzo, l’Asti Spumante o la Barbera d’Asti, che partono con un costo più basso, subiranno un impatto ben maggiore sul mercato di massa, arrivando a un aumento del 40%». Il vero dramma, secondo Isnardi, riguarderebbe soprattutto i piccoli agricoltori e lo stesso consigliere ha fatto sapere che alcune cantine hanno già iniziato a rifiutare delle uve.
Sanità e bilancio, si teme un nuovo piano di rientro
Si è poi discusso di Sanità, con un nuovo possibile disavanzo regionale che già supererebbe i 400 milioni di euro, ma che potrebbe arrivare a 700-800 milioni. «Questo produrrebbe un nuovo piano di rientro e ulteriori tagli ai servizi». «La sanità piemontese, che assorbe quasi il 90% del bilancio regionale, – hanno detto i rappresentanti del Pd – già fatica a erogare servizi adeguati, con problemi di liste d’attesa e carenza di personale». Il segretario Mimmo Rossi ha precisato che il “disavanzo” è in realtà la decisione di mettere risorse insufficienti da parte di chi governa, con la percentuale più bassa di Pil investita in Sanità degli ultimi decenni. È stato anche sollevato il tema del possibile aumento dell’Irpef regionale, che andrà a colpire principalmente le fasce di reddito medio-basse con entrate tra 15 e 50 mila euro annui. Amento che il Pd contesta e su cui è pronto a dare battaglia.