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Lutto

Costigliole, commozione per la scomparsa di Luigi Ferro, simbolo della “memoria”

Catturato e deportato in Germania nel 1944, lo scorso 27 gennaio il consiglio comunale gli ha attribuito il riconoscimento della cittadinanza onoraria

Commozione a Costigliole e nell’Astigiano per la scomparsa, nella giornata di sabato scorso di Luigi Ferro, scomparso all’età di 94 anni. Simbolo della memoria e dei più alti valori di libertà e democrazia, il consiglio comunale costigliolese aveva approvato all’unanimità la proposta dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Enrico Cavallero di conferirgli la cittadinanza onoraria. Il riconoscimento gli era stato attribuito in occasione della Gionata della memoria, lo scorso 27 gennaio, data che ricorda le vittime dell’Olocausto, nel corso di un consiglio comunale straordinario tenutosi attraverso piattaforma digitale e al quale non avevano mancato di partecipare il Prefetto di Asti Alfonso Terribile, il Presidente della Provincia Paolo Lanfranco, l’onorevole Andrea Giaccone, rappresentanti della sezione locale dell’Anpi e tanti cittadini di Costigliole.

«La cittadinanza onoraria a Luigi Ferro è un segno di riconoscimento nei suoi confronti, ma anche di tutti coloro che, come lui, hanno vissuto e sofferto in un periodo storico drammatico. Auspichiamo che l’iniziativa serva a far riflettere su ciò che sono stati i valori della Resistenza, parte integrante e indelebile della storia di Costigliole», aveva evidenziato il sindaco Cavallero, mentre il consigliere Claudio Austa aveva tratteggiato l’esperienza di vita di Luigi Ferro.

«Nato il 24 marzo 1927, dopo le scuole in frazione Motta, con il fratello Felice ha lavorato fino a 16 anni nei campi e nelle vigne dell’azienda agricola di famiglia in località Nosserio. L’8 dicembre ‘44 la cattura, a Valle Tanaro di Castagnole Lanze, a pochi passi da casa – ha ricordato il consigliere Austa – Due giorni trascorsi nelle scuole di Castagnole, poi il trasferimento su autocarro a Canelli, dove rimase tre giorni, quindi quattro giorni a Torino e, dopo un viaggio di 14 giorni, la deportazione in un campo di aviazione in Germania, a Darmstadt, dove aveva il compito di tenere sgombre dalla neve le piste e caricare le bombe sugli aerei. Fu liberato dagli Americani il 30 aprile 1945 e rimase in servizio sotto di loro fino al rientro a casa, il 7 luglio ‘45. La vita riprese, con il matrimonio, il lavoro a Torino e il ritorno a Costigliole nel momento della pensione, nella sua casa in paese, attorniato dall’affetto della figlia Antonella e dei suoi familiari, interessandosi in modo vivace di tutto ciò che accade». E Luigi Ferro, ringraziando per il riconoscimento, di cui si era detto onorato, per sé e per chi come lui ha lottato, non aveva voluto dimenticare gli altri giovani catturati con lui, i cui nomi erano stati letti dal sindaco.

Gli importanti valori della Resistenza e della memoria erano stati sottolineati nel corso del consiglio comunale anche dai consiglieri di minoranza Andrea Borio e Pierluigi Stella. «Avere a Costigliole Luigi Ferro è per noi una fortuna, per mantenere sempre viva la memoria e i valori che racchiude», aveva detto il consigliere Borio. «Tenere viva la luce della memoria è il vaccino di cui abbiamo bisogno per portare avanti i valori di pace, fratellanza, libertà, dialogo e uguaglianza», aveva detto il dottor Stella, ricordando il racconto fatto dai suoi genitori di quell’8 dicembre terribile, «in cui morì Giacomino Borio, a cui è intitolato il campo sportivo di frazione Sant’Anna, accompagnato da sentimenti di pietà cristiana e dai valori di pace e fratellanza che ci sono stati trasmessi dai nostri genitori e dalla generazione di Luigi Ferro».

Numerose le testimonianze di cordoglio giunte nel momento di lutto alla figlia Antonella.

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