Una veste insolita quella rivestita da Cristiano De Andrè ieri mattina presente ad Asti fra il pubblico che ha partecipato alla cerimonia del 25 Aprile organizzata dall’Associazione Europa Duemila al giardino Gilberto Barbero.
Se è super abituato a misurarsi con la straordinaria figura del padre Fabrizio, fra i cantautori italiani più amati di sempre, quella astigiana è stata la prima volta, per sua stessa affermazione, in cui ad essere omaggiato e ricordato è stato il nonno, Giuseppe De Andrè.
A tratteggiare l’eroicità da cittadino normale di Giuseppe De Andrè è stato Luigi Florio, presidente dell’Associazione: professore di Lettere a Genova, aiutò molti suoi alunni ebrei a nascondersi e a fuggire alle persecuzioni razziali. «I fascisti avevano il sospetto che lui trasgredisse le leggi razziali – ha detto Florio – e per questo motivo, nel ’44 fece trasferire la sua famiglia ad Asti, nella casa di Revignano che tante volte Fabrizio ricordò insieme alla sua amicizia con Nina Manfieri e che, anni dopo, gli ispirò più di una canzone».
De Andrè rimase a Genova e continuò in questa opera di copertura dei suoi allievi, mettendone in salvo moltissimi. Quando un giorno i fascisti si presentarono a scuola per arrestarlo, lui riuscì a fuggire e a raggiungere la famiglia a Revignano dove restò nascosto in una cantina inaccessibile messa a sua disposizione da una famiglia ebrea, quasi a ringraziamento per quanto lui fece a Genova.
Finita la guerra tutta la famiglia tornò a Genova dove Giuseppe ricoprì anche un mandato da vicesindaco. Lasciò la scuola e intraprese una brillante carriera industriale.
Luigi Florio ha anche ufficialmente annunciato che, insieme alla famiglia De Andrè si interesserà affinchè venga avviata la pratica di riconoscimento di Giusto fra le Nazioni del nonno Giuseppe.
«Sono emozionatissimo per questo riconoscimento alla memoria di mio nonno – ha detto ieri Cristiano alla cerimonia – Io l’ho adorato anche perchè è stato molto il tempo che ho passato, da bambino, con lui e con mia nonna. I miei genitori per ragioni di lavoro mi lasciavano spesso da loro e io ho vissuto un’infanzia nel lusso, anche se allora non ne riconoscevo l’importanza».
Anche perchè “nonno Giuseppe”, come spesso accade, riservò a Cristiano molto più tempo e comprensione rispetto a quanto riservato al figlio Fabrizio. «Insieme ad un affetto smisurato, i più bei regali della mia vita li ricevetti proprio da lui. E non parlo di oggetti costosi – ha detto Cristiano – Ad esempio mi portò a Parigi con mia nonna e mi fece mangiare nei grandi ristoranti francesi facendomi conoscere un altro mondo. E poi l’indimenticabile viaggio a Losanna, dove, in un hotel meraviglioso sul lago, mi presentò a Charlie Chaplin con i suoi numerosi nipoti intorno. Chaplin, credo sicuramente su richiesta anticipata di mio nonno, mi vide, mi chiamò a sè, mi sorrise, mi fece sedere sulle sue gambe e inforcando due panini mi regalò il balletto della Febbre dell’Oro».
Accanto a Cristiano anche Nina Manfieri, “quella” Nina cantata da Fabrizio De Andrè e di cui parlava sempre come la prima grande amica della sua vita.
«E’ stato un periodo difficile ma di grande unione e si condivideva tutto. Dovrebbe capitare anche oggi. Guardando Cristiano mi sembra di rivedere Fabrizio» ha detto emozionata intervendo alla cerimonia dedicata a Giuseppe De Andrè che lei ricorda ancora benissimo.
Ma l’incontro al giardino Barbero è stato dedicato anche ad un altro grande personaggio: Umberto Grilli, socialista, nato a Grosseto ma giunto ad Asti nel 1921 dopo che i fascisti gli avevano bruciato casa, ufficio da avvocato e avevano terrorizzato la sua famiglia. Ad Asti arrivò invitato dai socialisti che gli misero a disposizione l’alloggio che era stato abitato da Annibale Vigna, primo sindaco socialista della città.
A Grilli, Padre Costituente, si deve l’emendamento che toglie l’aggettivo “indissolubile” dopo la parola matrimonio, all’art. 29 della Costituzione, lasciando così aperta la porta alla legge sul divorzio che sarebbe stata approvata molti anni dopo.
Durante la guerra e poi la Resistenza, saranno i suoi articoli, pubblicati su diversi giornali socialisti, ad attirargli denunce e “sorveglianze” tanto da doversi nascondere a Santa Caterina di Rocca d’Arazzo.
La sua biografia completa si può leggere su questa scheda depositata all’Israt di Asti.
Ieri mattina alla cerimonia durante la quale la sua figura è stata tratteggiata da Paola Barbero, era presente il nipote, Fabrizio Poncini.
(Fotoservizio Ago)