Nell’aprile 1971 dal monastero di Santa Maria Maddalena de’ Pazzi di Firenze arrivò a Montiglio un gruppo di sette monache, invitate dal cardinale Michele Pellegrino, arcivescovo di Torino, che aveva ricevuto in dono la ottocentesca villa Puzzi da Fanny Scevola (ultima discendente di Domenico Puzzi, famoso suonatore di corno emigrato a Londra dove aveva fatto fortuna) e l’aveva trasformata in monastero di clausura. Il gruppo era formato dalla fondatrice suor Paola Maria dello Spirito Santo (che resterà madre priore per 40 anni, morta nel 2011), suor Teresa Eletta del Cuore eucaristico di Gesù, suor Camilla del Divino Amore, suor Amata del Preziosissimo Sangue, suor Maria Franca dell’Eucarestia (tuttora presente), suor Maria Bernarda di Gesù e una novizia.
Il 3 aprile 1972 venne consacrata la chiesa dedicata alla Beata Vergine Mater Unitatis, cuore pulsante del Carmelo, alla presenza dei vescovi di Torino, mons. Pellegrino, e di Casale Monferrato, mons. Carlo Cavalla.
La cerimonia per il cinquantenario, tenutasi nel parco del monastero per le misure anticovid, è stata aperta dall’intervento di Claudio Nardini che ha ripercorso la storia della fondazione del Carmelo, sottolineando anche le difficoltà attuali in cui vivono tutti i monasteri per la mancanza di vocazioni. E’ seguita la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo di Casale, mons. Mario Sacchi, e concelebrata da don Eugenio Portalupi (delegato vescovile per le religiose), don Marco Andina (vicario generale di Asti), don Gaetano Russo della diocesi di Alessandria. Nell’omelia il vescovo ha ricordato l’importante ruolo rivestito dalle carmelitane, auspicando che questa presenza possa continuare a lungo.