In occasione della fiera nazionale del tartufo domenica tornerà il treno storico. Il convoglio della Fondazione FS partirà dalla stazione di Torino Lingotto alle 8.15 con fermate a Moncalieri e ad Asti (ore 9.30) e arrivo alla stazione di Montiglio-Murisengo alle 11. Da qui si potrà raggiungere la fiera a piedi in dieci minuti o con la navetta.
La ripartenza è prevista alle 16.25 con arrivo ad Asti alle 18 e a Torino alle 18.45. I biglietti sono prenotabili on line: il costo andata e ritorno è di 25 euro (ragazzi 15 euro) da Torino e di 15 euro da Asti (ragazzi 10 euro). Con l’acquisto del biglietto sarà possibile usufruire di un prezzo agevolato di 32 euro per il pranzo del tartufo.
I posti disponibili sono solamente 249. Il treno sarà composto da un locomotore diesel e carrozze Corbellini “cento porte” degli anni Cinquanta. Lo scorso anno era stata riattivata la linea Asti-Chivasso e venne inaugurata proprio il giorno della fiera, con lo spettacolare arrivo di un treno a vapore proveniente da Torino e di una littorina arrivata da Cuneo.
Una speciale occasione di visita al “paese delle meridiane”
La fiera del tartufo è anche un’occasione per ammirare i 53 orologi solari dipinti da Mario Tebenghi che abbelliscono le case del paese. Tra queste, la meridiana dedicata al prelibato fungo ipogeo, in piazza Regina Margherita, sulla facciata dell’edificio recentemente restaurato dal Comune, che ospita la Pro loco e la Casa della musica.
Realizzata da Giovanni Camillo su disegno di Tebenghi, a differenza delle altre impropriamente chiamate meridiana ma in realtà orologi solari, poiché indicano le ore del giorno, questa è una vera meridiana che segna il mezzogiorno. Nella meridiana dei tartufi è evidenziata la riga verticale che segna il mezzogiorno riferito alla culminazione del sole al suo passaggio sul meridiano di Montiglio, nel punto più alto del suo percorso giornaliero.
Per le nove specie di tartufo raffigurate, ciascuna designata con il nome comune e quello scientifico, è indicato il periodo di raccolta. Sono dipinti anche due trifolao all’atto della cerca e della raccolta; e non manca una dedica a Tebenghi.