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Attualità
Al confine tra Polonia e Ucraina

Da Camerano Casasco a Medyka con Arca solidale per accogliere un gruppo di “bambini di Chernobyl”

Nell’ambito del programma di accoglienza dell’associazione Gino Zanchetta e la moglie Ivana Cortese hanno ospitato a dicembre Anastasiia, 13enne ucraina

«Trattieni le lacrime perché devi farlo. Trovarsi fisicamente a quel confine tra Polonia e Ucraina, attraverso cui milioni di persone cercano salvezza dalla guerra, spezza il cuore. E ancora più quando sono i bambini a valicare quel confine che li porterà in Occidente, lontano dalla loro terra e dal loro mondo». Sono le parole di Gino Zanchetta, consigliere comunale di Camerano Casasco che, insieme alla moglie Ivana Cortese, presidente della Pro Loco del paese, fa parte dell’associazione “Arca solidale”, con sede a Orio Canavese e impegnata nell’accoglienza dei “bambini di Chernobyl”. Nell’ambito di tale programma di accoglienza, nello scorso dicembre, per un mese, hanno ospitato Anastasiia, 13enne ucraina che vive a Kuchynivka, un villaggio di campagna di circa mille abitanti a nord est di Kiev, con il papà, la mamma e la nonna.

Dall’inizio della guerra la famiglia è rimasta in contatto via WhatsApp con la piccola, interrottosi poi per alcuni giorni per la mancanza di collegamenti internet e telefonici nella zona. «Da qualche giorno riusciamo di nuovo ad essere in contatto con Anastasiia. Ci scriviamo mattina e sera: per fortuna dove lei vive, a parte le difficoltà di approvvigionamento del cibo, non ci sono stati bombardamenti», racconta Zanchetta, che nei giorni scorsi, insieme ad un gruppo di volontari di Arca solidale, si è recato a Medyka per attendere l’arrivo di sei bambini dell’associazione, accompagnati da una mamma, e portare tutti in Italia, in famiglie del Torinese e delle zone di Biella e Ivrea. «È stato un lungo e faticoso viaggio, con un intoppo burocratico nei documenti di un bambino da risolvere, ma alla fine siamo riusciti nell’obiettivo – dice Zanchetta – È commovente vedere i tanti bambini all’arrivo al confine, frastornati e forse sorpresi dal gran numero di volontari che trovano ad accoglierli e che offrono loro cioccolatini, bevande, giocattoli e peluche. Nel viaggio che i nostri sei bambini hanno compiuto, dal loro paese nel nord dell’Ucraina fino a Kiev hanno superato ben 20 checkpoint militari». «Anastasiia non era tra quei bambini – aggiunge Zanchetta – Ma sa che, nel caso volesse uscire dall’Ucraina, siamo pronti ad attenderla. In questi giorni ha ripreso anche le lezioni in DAD e pensiamo che rimarrà al momento con la sua famiglia». Anastasiia è comunque attesa nuovamente a Camerano nei prossimi mesi per proseguire il programma di soggiorno in Italia a beneficio della salute dei bambini che vivono nelle zone del nord dell’Ucraina, a poca distanza dall’area in cui si verificò nel 1986 il disastro dell’esplosione della centrale nucleare di Chernobyl.

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