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«Difendiamo il servizio sanitario pubblico»

Ieri all’ospedale Cardinal Massaia il flash mob organizzato da Cgil, Cisl e Uil. Quagliotti: “Abbiamo bisogno di una svolta”

“Quando tutto sarà privato, saremo privati di tutto”.
E’ lo slogan del flash mob promosso dai sindacati Cgil, Cisl e Uil, svoltosi ieri (venerdì) nella piazza interna dell’ospedale Cardinal Massaia,  cui hanno preso parte anche diverse sigle sindacali di categoria, tra sventolio di bandiere e sagome raffiguranti il personale sanitario realizzate dagli studenti del liceo artistico Benedetto Alfieri.
Intitolato “Sanità astigiana – Basta parole”, era volto a ribadire la difesa del servizio sanitario pubblico a fronte di quello privato.

L’intervento di Luca Quagliotti

«Questa manifestazione – ha esordito Luca Quagliotti, segretario generale provinciale Cgil – è l’inizio di un percorso per chiedere un cambio di rotta alla direzione che ha assunto da anni la sanità pubblica. Arriviamo da anni di “tagli”. Basti pensare che in Italia, negli ultimi 15 anni, sono stati chiusi 300 ospedali, il personale è diminuito, ma la politica ha continuato a concedere sgravi fiscali alla sanità privata. Tanto che, oggi, un malato cronico deve affrontare una spesa sanitaria annua pari a 1.800 euro. Non bisogna allora stupirsi che nel nostro Paese oltre 4 milioni di persone, pari al 7% della popolazione, rinuncia a curarsi. Insomma, abbiamo bisogno di una svolta».

Le parole di Stefano Calella

Stefano Calella, segretario generale aggiunto Cisl Alessandria – Asti, ha quindi ricordato le manifestazioni che vedranno in piazza Cgil, Cisl e Uil per protestare contro il modo in cui si sono svolti gli incontri tra Governo e sindacati in merito alla piattaforma unitaria su politiche industriali, economiche, sociali e occupazionali. «Come sindacati – ha sottolineato – siamo stati solo informati in merito alle decisioni che di volta in volta il Governo assumeva. Per questo abbiamo organizzato tre manifestazioni di piazza a Milano, Bologna e Napoli nel corso del mese di maggio. Da Asti prenderemo parte a quella di sabato 13 a Milano».
Oltre ad aver spiegato le ragioni di queste proteste – e le richieste che verranno avanzate – Calella ha fatto un riferimento ad un fatto locale – la chiusura della casa di riposo “Città di Asti” (ex Maina) – rivolgendosi direttamente alle lavoratrici in mobilità che erano presenti alla manifestazione. «Non ha senso – ha concluso – il fatto che all’Asl di Asti manchi personale, per esempio operatori socio-sanitari, e non siano state avanzate offerte di lavoro a voi che siete in mobilità».

Il commento di Armando Dagna

Lo speaker della manifestazione, Angelo Firrigno (Cgil), ha quindi dato la parola ad Armando Dagna, segretario generale Uil Asti – Cuneo. «La salute è un investimento – ha affermato Dagna – e non un costo da far ricadere soprattutto sulle fasce deboli. Avere a disposizione un sistema sanitario pubblico efficiente è un modo per far star bene la popolazione, determinando un costo inferiore sulla sanità, che peraltro è più produttiva, con effetti benefici sull’economia».

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