Aminata, la bimba senegalese operata quindici giorni fa al Gaslini per una grave malformazione congenita al cuore, sta bene ed è stata dimessa. Martedì ha trascorso una giornata a Canelli prima di
Aminata, la bimba senegalese operata quindici giorni fa al Gaslini per una grave malformazione congenita al cuore, sta bene ed è stata dimessa. Martedì ha trascorso una giornata a Canelli prima di partire per Aosta: qui, ospite della onlus Ana Moise, svolgerà un ciclo di fisioterapia prima della visita di controllo, il 16 di aprile. Se il piccolo cuore sarà tornato a funzionare regolarmente ripartirà per il suo Paese. Storia a lieto fine quella che racconta il dottor Pierluigi Bertola, che laveva incontrata un anno fa a Dakar in uno dei suoi tanti viaggi umanitari nel cuore dellAfrica. Il presidente del Cis, in un dispensario delle suore Salesiane, aveva visitato Aminata, affetta da una rarissima patologia congenita: a tre anni e mezzo non aveva futuro se non si interveniva al più presto.
«Cè voluto quasi un anno, ma alla fine ce labbiamo fatta commenta, soddisfatto e fiducioso il cardiologo canellese – Il commiato dal dottor Zanini e dal dottor Santoro, il cardiochirurgo infantile che lha operata, e dalle infermiere che lavevano in cura è stato toccante». La famiglia vive a Dakar in un quartiere popolare: oltre a Aminata hanno un bimbo di sei anni. Il papà da due anni è in Gabon dove vende abiti perché in Senegal crisi e povertà sono fortissimi, la mamma abile parrucchiera si arrangia con qualche lavoretto. Racconta di non aver potuto mandare Aminata allasilo pubblico perchè rifiutata in quanto portatrice del grave difetto cardiaco. La bimba, intanto, tranquilla e vivace gioca a nascondino con la figlia di Bertola, Sara, colora, scorre le figure sui libri, scarabocchia con la matita.
«E da questa mattina presto che non dorme, ma sembra che abbia largento vivo addosso con i suoi occhietti furbi» dice, toccato, il medico. Li raggiunge Alessandro Gal, presidente della onlus aostana, che con il Cis ha finanziato lintervento. «Alessandro spiega Pierluigi Bertola – è una persona eccezionale. In pensione da anni questa mattina presto è partito da Aosta per andare allaeroporto a prendere un bambino per portarlo al Gaslini per un trapianto di midollo. Encomiabile». A dieci anni Aminata dovrà tornare al Galsini per lintervento definitivo: gli verrà sostituita la protesi cardiaca con unaltra che manterrà per sempre.
Ci sarà un altro bambino a cui dare speranza di vita? «Lo spero. Ne ho già parlato con i medici del Gaslini: lo scoglio sono sempre i soldi. Ma conto di trovarli. Intanto, oggi si è chiusa oggi una bella pagina in mezzo a tante cose che non vanno. Voglio ringraziare tutti coloro che finanziariamente hanno reso possibile questo piccolo miracolo offrendo la concreta possibilità ad una bimba di vivere come le sue coetanee pur essendo nata svantaggiata in tutti i sensi». Il sole al tramonto illumina la cicatrice sul piccolo torace: per lei è una luce di speranza.