E' intorno ad un tavolo del bar Cocchi che "SinistraDem – Asti e Provincia" si presenta ai cittadini, ufficializzando il proprio radicamento sul territorio e l'inizio di
E' intorno ad un tavolo del bar Cocchi che "SinistraDem – Asti e Provincia" si presenta ai cittadini, ufficializzando il proprio radicamento sul territorio e l'inizio di un'attività politica riformista dentro al PD, ma aperta ai contributi anche di non iscritti al partito o alla stessa associazione. Se ci fosse un leader nella SinistraDem quello sarebbe Gianni Cuperlo ma, per il fatto che l'associazione vede nella base degli iscritti e dei partecipanti l'essenza stessa del progetto, Cuperlo è, più di altri, colui che deve trovare una sintesi tra le istanze dal basso e l'attività politica fuori e dentro il Parlamento. Non è un caso se l'incontro con la SinistraDem avvenga in un bar, proprio come nella Parigi del Settecento e dell'Ottocento dove i "caffé", a cominciare dal famoso Le Procope, erano abitualmente sede delle riunioni di intellettuali, illuministi, riformisti e, qualche volta, luoghi di sintesi delle lotte politiche e sociali.
Christian Odetti, Mario Lanfranco, Fabio Chiavolini, Gianni Varilotta e Gianni Amendola (non iscritto ma simpatizzante dell'associazione) sono convinti che ci sia spazio nel PD per creare una casa del dialogo e delle idee ma lamentano che questo dialogo, anche a livello astigiano, stenta ad esserci per vari motivi. «Manca il confronto all'interno del partito e risulta molto difficile creare un dialogo con la gente – spiega Chiavolini – Noi invece siamo abituati a lavorare con compagni e compagne sul territorio per accogliere il più possibile le istanze della Sinistra, ascoltando prima di tutto la base e le idee che propone». Inutile dire, ma è meglio farlo, che i metodi renziani sono mal digeriti da SinistraDem la quale non condivide l'idea dell'uomo solo al comando, né quella dell'emergenza imperante come giustificazione a tagliare corto sul confronto pur di raggiungere, velocemente, qualsiasi obiettivo.
Anche nella realtà astigiana l'uomo unico al comando, il sindaco/presidente Brignolo non passa indenne dal giudizio dell'associazione. «Ci lascia perplessi l'immobilità di questa Giunta e la sua mancanza di dare risposte su questioni come la sicurezza e i servizi sociali, colpiti da pesanti tagli – commenta Christian Odetti – Per non parlare del sindaco che ricopre tutti questi incarichi, a dir poco eccessivi». Gianni Amendola, referente nella commissione sanità del PD di Asti, fa un passo oltre scendendo nel caso specifico della materia seguita. «Si è parlato molto del Piano sanitario approvato in Regione e delle ricadute sul territorio. Noi ci siamo trovati al centro dell'attenzione ma abbiamo avuto modo di confrontarci evidenziando che, al di là dell'innegabile carenza di personale, infermieristico e medico, bisogna riorganizzare il territorio mettendo dei filtri tra il paziente e l'accesso al pronto soccorso quando non strettamente necessario. Per noi la riorganizzazione deve partire dai medici di base, tenendo anche conto delle case della salute che possono essere ottimi presidi e dare risposte ai cittadini senza obbligarli ad accedere ad una struttura come l'ospedale Massaia».
Per Mario Lanfranco uno delle qualità di un buon amministratore di Sinistra è «recuperare e far funzionare i servizi pubblici, non per fare un profitto, ma per garantire i diritti dei cittadini a poterne fruire in maniera ottimale». Gianni Varilotta, riprendendo la questione sanitaria, aggiunge: «Sul Piano regionale non bisogna attaccarsi al campanilismo ma muoversi in maniera integrata, ragionando sul quadrante con Alessandria, dando la miglior capacità di risposta alla popolazione, a cominciare dall'esigenza di sfoltire le liste d'attesa». Non solo Sanità ma anche Lavoro, Trasporti e, più in generale, le questioni che toccano gli astigiani in prima persona sono sull'agenda di SinistraDem che vuole essere una nuova piattaforma per aggregare le idee e spingere il confronto verso una sintesi necessaria all'azione politica. Restano però aperte le vicende squisitamente romane tra Renzi e Cuperlo dove, almeno a parole, l'ombra della scissione è stata più volte evocata: «Sulle riforme è in gioco il destino stesso del PD» ha detto Cuperlo; a Roma come ad Asti.
Riccardo Santagati