E un male strisciante, che si insinua lentamente nella vita del malato e della sua famiglia distruggendo lautostima, lautosufficienza e spesso anche i legami con gli affetti più cari.
E un male strisciante, che si insinua lentamente nella vita del malato e della sua famiglia distruggendo lautostima, lautosufficienza e spesso anche i legami con gli affetti più cari. Perché lAlzheimer è spesso sinonimo di oblio. Oblio della memoria. Questa patologia colpisce in età presenile, oltre i 65 anni, ma può manifestarsi anche ad unetà più giovane. Anzi, recenti studi confermano un aumento dei casi di Alzheimer sotto i sessantanni. Si stima che circa il 60-70% dei casi di demenza sia dovuta a Alzheimer disease (AD). Il sintomo precoce più comune è la difficoltà nel ricordare eventi recenti mentre con lavanzare delletà si possono avere sintomi come afasia, disorientamento, cambiamenti repentini di umore, depressione, incapacità di prendersi cura di sé, problemi nel comportamento. Ciò porta inevitabilmente a isolarsi nei confronti della società e della famiglia.
Per evitare che questo accada in Olanda già nel 1997 si pensò di creare il primo Alzheimer Cafè. Un luogo fisico in cui il malato insieme ai suoi famigliari incontra personale esperto, come educatori e psico-terapeuti, in grado di alleviare gli effetti della malattia sullanima e per quanto possibile portare sollievo a chi la vive quotidianamente sulla sua pelle. Anche ad Asti è stata aperta unesperienza di questo tipo. In realtà gli Alzheimer Cafè sono addirittura due e si rivolgono a tutti i malati della provincia. Il primo fa capo allAssociazione Alzheimer di Asti ed è ospitato nei locali del Circolo Waya Assauto in corso Pietro Chiesa. Ogni venerdì dalle 15 alle 17 i malati di Alzheimer e i loro accompagnatori (un famigliare o un assistente famigliare) incontrano la prof.sa Paola Rabino, educatrice, e lo psicologo Cristian De Michelis per parlare delle proprie paure, delle difficoltà davanti ad una tazzina di caffè.
Un modo per sfogarsi e trovare conforto ma anche di confronto con chi vive la stessa condizione di malato o famigliare di malato ma anche unoccasione per uscire di casa e rompere quella barriera di paura e insicurezza generata dalla malattia. «Questo è uno spazio pensato per far star bene le persone che decidono di aderirvi commenta Maria Teresa Pippione dellAssociazione Alzheimer oltre al confronto con leducatrice e lo psicologo ci sono spazi riservati alla musicoterapia, alla ginnastica dolce e a tutte quelle attività ludiche che permettono di svagare la mente per qualche ora».
LAssociazione Alzheimer di Asti collabora anche con il secondo Cafè, che però viene gestito dalla cooperativa Il Faro. Si tiene nel salone della Residenza San Giuseppe in Via Radicati 3 ad Asti con cadenza quindicinale e dal titolo Caffè del lunedì. Gli incontri sono codiretti dalleducatrice dott.ssa Paola Rabino e dalla psicologa dott.ssa Ilaria Lusana. «Lintenzione con cui nasce il Caffè è quello di creare uno spazio in cui accogliere ed ascoltare, dove la malattia non è più un rischio di isolamento ma loccasione di incontro per promuovere informazione, socializzazione e benessere psicologico» spiega Ilaria Lusana. Gli incontri sono partiti da lunedì 4 maggio e si tengono dalle 15 alle 17. Per informazioni è possibile contattare i numeri: 333/1263626 – 366/5363040 (Ilaria) e 340/3358570 (Paola).