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I lavoratori Embraco con la sindaca di Torino Chiara Appendino
Attualità
Attesa la convocazione al MISE

Embraco attende la chiamata di Giorgetti

Il riavvio delle trattative sul progetto Italcomp è l’ultima chance per i lavoratori su cui pende il licenziamento

Ancora nessuna convocazione dal ministro Giorgetti per l’Embraco. Il riavvio delle trattative sul progetto Italcomp al MISE è l’ultima chance per i lavoratori coinvolti nel fallimento della Ventures, su cui pende il licenziamento avviato dal curatore fallimentare.

«Dal ministero nessun comunicato ufficiale – dice Ugo Bolognesi della Fiom Cgil – il ministro fa trapelare che è al lavoro e parlerà soltanto quando avrà qualcosa di concreto da dire». Una delegazione della Fiom, guidata da Bolognesi, ha chiesto nei giorni scorsi un colloquio alla sindaca di Torino Chiara Appendino. I lavoratori sono stati ricevuti dall’assessore Alberto Sacco che, in assenza dell’Appendino, ha raccolto il loro appello contro l’inammissibile silenzio del governo e si è impegnato a organizzare un incontro con la sindaca. Incontro che si è concretizzato ieri, lunedì, alle 13 per alcuni rappresentanti dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali, in osservanza delle norme sulla “zona rossa”. L’Appendino ha riferito di aver incontrato a Roma la viceministra allo sviluppo economico Alessadra Todde dalla quale ha ricevuto rassicurazioni sul lavoro in corso al MISE per far uscire dalla crisi l’industria dell’elettrodomestico italiano. La sindaca ha concluso l’incontro ribadendo il suo personale impegno per non far calare l’attenzione sull’Embraco.

Intanto, un messaggio accorato ai ministri dello sviluppo economico, del lavoro, dell’economia e dei rapporti con il Parlamento è stato inviato dai sindaci dei Comuni interessati dalla nascita del cosiddetto “polo italiano dei compressori”. Stefano Cesa di Borgo Valbelluna, Ludovico Gillio di Riva presso Chieri e Alessandro Sicchiero di Chieri chiedono un intervento in tempi rapidissimi per il salvataggio dei siti dell’Acc e della ex Embraco.

«Italcomp – scrivono i sindaci – è un progetto di grande respiro strategico, funzionale alla creazione di un campione europeo in grado di offrire alla filiera continentale del freddo una piattaforma tecnologica e industriale essenziale per contrastare la dominanza sul mercato dei produttori asiatici. Tra lo stabilimento veneto e quello piemontese sono in gioco un grande patrimonio e una tradizione dell’eccellenza elettromeccanica italiana oltre a un cospicuo bacino occupazionale».

E’ urgente mettere in sicurezza la bellunese Acc che rischia, a fine marzo, di non avere più liquidità per proseguire la produzione, compromettendo la fusione con la fabbrica rivese, scatenando un vero disastro sociale per la perdita di più di 700 posti di lavoro.

Oltre alla corsa per il salvataggio, nuove preoccupazioni si addensano sul sito dell’ex Embraco per le dichiarazioni di Maurizio Castro, commissario straordinario dell’Italcomp, sull’inadeguatezza dello stabilimento rivese. «Questo è il problema minore – spiega Bolognesi – Nel chierese ci sono tantissimi capannoni vuoti adatti al tipo di produzione della ex Embraco, oggi Chieri Italia. Anche per questo è urgente riprendere le trattative su Italcomp».

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