Dal ventre di quelle colline, appena sotto Calliano arrivando da Asti, dal 2010 vengono estratti ogni anno 200 mila tonnellate di gesso, trasportate direttamente nei capannoni sul fondovalle: eppure da fuori non ti accorgi di nulla. Il panorama è fatto di vigneti e boschi, nessun via-vai di camion per il trasporto del gesso, solo il pennacchio di fumo bianco, vapore acqueo, che si disperde subito nell’aria.
Alla Fassa Bortolo, storico marchio leader nei prodotti per l’edilizia, la sostenibilità ambientale non è una «moda» ma una filosofia che sta alla base di ogni aspetto dell’attività produttiva. Così non è un caso che la campagna nazionale di Legambiente «I cantieri della transizione ecologica» abbia fatto tappa nello stabilimento di Calliano della multinazionale veneta, evoluzione della bottega nata nel 1710.
«Con l’estrazione in cave sotterranee – ha spiegato Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – si è aperta una importante frontiera che si basa su un minor impatto ambientale e paesaggistico, razionalizzando lo sfruttamento dei giacimenti minerari. Un’attività che negli anni ha permesso anche la chiusura di alcune cave all’aperto come è accaduto a Moncalvo».
Aperto nel 2010, la sede di Calliano è specializzata nella produzione di lastre di cartongesso Gypsotech di alta qualità, con un mercato in tutta Europa e non solo. In un fine settimana se ne producono 100 mila metri quadri, cioè quanti ne sono stati utilizzati per tutte le tramezzature dello stadio di Torino. E il «modello» di Calliano sta facendo scuola: in Spagna si sta costruendo uno stabilimento gemello. «Questo stabilimento – racconta Bortolo Fassa, che guida oggi il Gruppo di famiglia – è un esempio concreto del nostro approccio, basato sull’adozione di tecnologie all’avanguardia, costantemente aggiornate, coniugando efficienza, produttività e rispetto per l’ambiente che ci circonda».
Sul rispetto dell’ambiente e sulle ricadute positive per il territorio insiste il sindaco di Calliano Paolo Belluardo: «I timori di qualcuno all’inizio sono del tutto scomparsi: lo stabilimento e la cava non hanno stravolto il territorio, anzi hanno portato lavoro, rispetto per l’ambiente e la Fassa Bortolo ha dato una mano al Comune in tante occasioni».
Lo stabilimentro dà lavoro ad un’ottantina di addett (la maggior parte di Calliano), con un’attenzione particolare al laboratorio collaudi, agli uffici di progettazione e innovazione. Sottolinea Igor Muller, direttore dello stabilimento: «Produciamo le lastre di cartongesso con carta riciclata al 100%, l’acqua della lavorazione viene recuperata. La coltivazione delle cave sotterranee lo sfruttamento è limitato al 30-35%c del giacimento, ma consente di mantenere un elevato grado di stabilità a fine coltivazione e di favorire le operazioni di aspirazione delle polveri, garantendo un ambiente salubre per i lavoratori».
Il cartongesso Gypsotech viene prodotto nell’impianto di Calliano. Il percorso produttivo è a ciclo continuo ed è costantemente monitorato, perché ogni lastra di cartongesso sia semplicemente perfetta. Dopo la fase di cottura, il gesso viene miscelato con gli altri componenti, pronto per diventare il “cuore” di una lastra Gypsotech, con carta speciale riciclata al 100%. Il sistema per le costruzioni a secco Gypsotech, composto da una vasta gamma di lastre in cartongesso, stucchi, malte e altre componenti, è altamente qualificato per il miglioramento dei livelli di sostenibilità di un edificio. La produzione delle lastre nello stabilimento di Calliano consente, per la qualità del gesso estratto e per le tecnologie di estrazione e lavorazioni utilizzate, di ottenere lastre che rispondono ai prerequisiti in materia di sostenibilità ambientale e contribuiscono all’ottenimento dei crediti per la certificazione sostenibile degli edifici (come LEED, BREEAM, WELL).
Le lastre sono certificate al 5% minimo di materiale riciclato e sottoprodotto proveniente da altre lavorazioni (Certificazione del contenuto di riciclato n° P243 ICMQ). In tutto il processo produttivo le lastre di cartongesso sono sottoposte al controllo di qualità e, in particolare al termine del ciclo di produzione, vengono verificate dal personale del Laboratorio. Al termine del ciclo di produzione, le lastre che non rispettano gli standard, vengono frantumate e reimmesse nel ciclo produttivo evitando sprechi di risorse.