Sono giorni decisivi per il Festival delle Sagre. Dopo due anni di stop forzato causa pandemia, la Camera di Commercio Asti-Alessandria ha avviato una serie di “consultazioni” con alcune Pro Loco e il Comitato organizzativo per capire come procedere.
Tantissime le variabili che pesano sulla decisione di riprendere la manifestazione e, se sì, in che modo.
Sarà ancora valido il format di un evento, forse il più bello di Asti, che ha nell’assembramento delle persone, sia alla sfilata, sia ai tavoli del Villaggio gastronomico, la sua punta di forza?
Vero che dal primo aprile dovrebbe cessare lo stato di emergenza, ma ci sono molti dubbi sul fatto che si possa tornare in toto con la “libertà” pre Covid. E allora come adattare quelle che potrebbero essere, anche minime, le norme di prudenza con un evento che richiama, su due giorni, non meno di 300 mila persone in città?
Tanti dubbi che vanno a scontrarsi anche con la psicosi che ancora alberga in molte famiglie, dove anche se si allentano le restrizioni si preferisce mantenere comportamenti improntati al distanziamento sociale.
Dichiarazioni non ne vengono rilasciate dagli organizzatori, che chiedono almeno una quindicina di giorni ancora per avere un quadro più delineato sul futuro del Festival. Ma una conferma è arrivata, per tacitare i rumors secondo i quali la Camera di Commercio non avrebbe messo risorse finanziarie per la manifestazione. Le risorse sono state previste, così come per la prima edizione poi saltata per Covid.
Reali e concreti invece i rumors sulle risorse umane che dovrebbero occuparsene. Con la riduzione a più della metà dei dipendenti e il pensionamento degli organizzatori “storici” del Festival (l’ultima a lasciare il posto è stata Silvana Negro), quella sulle risorse umane è una riflessione molto importante, che necessita soluzioni nuove.
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- Redazione