Franco Malerba, primo astronauta italiano nello spazio, è stato protagonista di una serata del Rotary Club Asti, presieduto da Luigi Florio. Nel 1992 Malerba (nella foto secondo da sinistra) divenne il primo astronauta italiano nello spazio, volando con lo “Shuttle Atlantis” dal 31 luglio all’8 agosto per portare nello spazio il laboratorio “Eureka” ed il satellite italiano “Tethered”, detto “a filo” perché collegato con la navicella da un lungo cavo.
La missione fu la prima prevista con uomini dall’Agenzia Spaziale Italiana (A.S.I.). Malerba, ingegnere elettronico, è tuttora impegnato nel mondo della ricerca spaziale ed insegna nelle Università di Genova e di Leicester, in Inghilterra: nella serata rotariana ha illustrato le varie fasi della missione in cui fu impegnato, spiegando le caratteristiche dello “Shuttle”, oggi non più in uso, ma grazie al quale si costruì la stazione spaziale internazionale.
E’ interessante notare che gran parte dei moduli che compongono la stazione sono stati costruiti a Torino, anche se ultimamente, con la nascita del servizio “Space X”, c’è stata un’evoluzione dalla ricerca pura al commerciale. Moltissime applicazioni della vita terrestre sono legate allo sviluppo dei satelliti; ad esempio, l’agricoltura di precisione, le auto a guida autonoma, l’intelligence militare e la cibersecurity. I satelliti odierni sono molto diversi rispetto a quelli del passato ed una vera rivoluzione è avvenuta con i “cubesat”, a forma di cubo di 10 cm di lato, a basso costo ed in grado di colloquiare fra di loro.
Dal 2007 ad oggi l’Europa ha aumentato la sua attenzione per lo spazio ed è nata un’apposita agenzia: per le telecomunicazioni si usa il sistema Galileo, che utilizza satelliti sempre più efficienti e si accompagna ad IRIS, un sistema di comunicazione resistente ad ogni attacco informatico. Nel settore della ricerca spaziale l’Italia ha molte competenze ed è fra i tre principali attori europei: numerose sono le imprese che lavorano per questo settore e nuovi interessanti sviluppi verranno grazie agli investimenti previsti con il PNRR. Quando si andrà ad abitare sulla Luna?
«Gli insediamenti lunari riceveranno rifornimenti da terra – ha detto Malerba – ma bisognerà diventare quanto più possibile autosufficienti. La “Space V” sta progettando una serra spaziale, con riduzione dei costi ed aumento del rendimento. Lo spazio intorno a noi è il nuovo mare, bisognerà imparare a solcarlo come l’uomo fece secoli fa.»